I Concerti per la ripresa dell’OSN Rai

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Proseguono i Concerti per la ripresa dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai all’Auditorium “Arturo Toscanini” di Torino. Appuntamenti sinfonici e cameristici, con organico ridotto, trasmessi alle ore 20:30 in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale Rai Cultura. Dopo il successo della serata inaugurale del 18 giugno nel segno di Beethoven, con il Nuovo Trio Italiano d’Archi e il Quintetto d’Archi dell’OSN Rai, oggi 25 giugno è la volta di un imperdibile Omaggio a Mozart. In apertura il Concerto o sia Divertimento in mi bem. magg. K 113, eseguito per la prima volta a Milano nel 1771. Si tratta della prima composizione mozartiana in cui in partitura compaiono i clarinetti. «L’elemento concertante è insito nel rapporto tra le due coppie di fiati e gli archi: con questi ultimi, clarinetti e corni intessono un amichevole gioco dialettico fondato ora sulla defferenziazione e contrapposizione solistica ora sull’integrazione» (Cesare Fertonani). A seguire, la Serenata n. 13 in sol magg. per orchestra d’archi“Eine kleine Nachtmusik” K 525, fra le musiche d’intrattenimento del genio salisburghese certamente quella che ha raggiunto la più grande popolarità, scritta all’epoca della stesura del secondo atto del Don Giovanni (1787).

La rassegna prosegue nel mese di luglio con Daniele Gatti. Dopo il successo del suo recente debutto, a gennaio, con la Nona Sinfonia di Mahler, l’acclamato direttore milanese torna sul podio dell’OSN Rai giovedì 2 luglio per mettere a confronto il classicismo di Mozart con il neoclassicismo novecentesco elaborato da Stravinskij. Tre divertimenti per archi scritti durante il periodo salisburghese (e più precisamente fra il gennaio e il marzo 1772) da un Mozart appena sedicenne, delineano i tratti di una musica «naturale, originale, elegante e variata, piena di cantilene semplici, di modulazioni ragionate e non soverchie, come pure piena di brio, di fuoco e d’effetto, senza le stravaganze o i fracassi che sbalordiscono la mente e l’orecchio» (Giacomo Gotifredo Ferrari). Nella seconda parte della serata, l’esecuzione delle musiche di scena di quel capolavoro di astrattismo paradisiaco che è il balletto Apollon musagète di Stravinskij (1928), «la sua opera più altamente ispirata» (Alberto Savinio). Fra una parade che vuole lasciarsi alle spalle i «pompieri d’avanguardia» (oscillando fra le tipografiche decostruzioni geometrico-analitiche en blanc et noir osate da Apollinaire e la provocatoria perizia dell’impresario Sergej Djagilev) ed il ritorno a un classicismo riconfigurato dal sulfureo enfant-prodige Jean Cocteau e i “picnic teatrali” dei saltimbanchi dipinti da Picasso, s’innesta il cosiddetto periodo “neoclassico” stravinskiano (etichetta però da lui sempre rifiutata), pervaso da musica «secca, fredda, limpida e bruciante come lo champagne extra-dry». Lo stesso compositore ebbe a dire: «Desidero costruire. Non cerco più di allargare il circolo dei mezzi espressivi della musica». Dunque, il formalismo di Stravinskij si declina qui arcadicamente in luminoso equilibrio e calcolo, costruzione e nettezza.

Per il concerto del 9 luglio intitolato Trasfigurazioni (trasmesso anche su Rai 5, in differita alle 21:15) Gatti mette a punto invece un impaginato che pone in adiacenza la versione per orchestra d’archi di Verklärte Nacht di Arnold Schönberge lo studio per 23 archi solisti Metamorphosen di Richard Strauss (1945), «il lamento per il fatto che la guerra avesse ridotto in macerie anche la parte buona della Germania, il patrimonio di civilizzazione umana rappresentato dalle arti» (Giangiorgio Satragni).

Il 16 luglio appuntamento con gli Ottoni e le Percussioni dell’OSN Rai, in un programma che spazia da Claudio Monteverdi ad Aaron Copland. Giovedì 23 luglio, ancora con Gatti per un emozionante viaggio nel Novecento francese, con musiche di Debussy, Dutilleux e Honegger. Il 30 luglio ultimo dei Concerti per la ripresa con il direttore Fabio Luisi, alla guida dell’orchestra torinese e dei solisti Sandra Trattnigg e Matthias Goerne. In programma la suite dalle musiche di scena di Quiet City di Aaron Copland (per corno inglese, tromba e archi) e la Sinfonia n. 14 in sol magg. op. 135 di Dmitrij Šostakovič (per soprano, basso, archi e percussioni).

Info: orchestrasinfonica.rai.it

Attilio Cantore


photo credit: Marco Borggreve

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