Serata di grande spessore, sabato 25 novembre, al Teatro Comunale di Bologna. Frédérik Chaslin ha diretto l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna in un trittico di grande interesse: il poema sinfonico Les Préludes di Franz Liszt, il Concerto in sol per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel e la Sinfonia in re minore di César Franck.
Pianista e direttore d’orchestra di notevole esperienza, Chaslin ha dimostrato ancora una volta l’impegno da tempo perseguito nel rinnovamento del repertorio proposto dalle grandi stagioni concertistiche ed operistiche dei teatri con i quali collabora. Già a Bologna per la recentissima messa in scena di Aida, Chaslin ha collaborato in questo caso con il pianista Giuseppe Albanese, solista nel Concerto in sol di Ravel. L’incontro del direttore (collaboratore di Pierre Boulez e assistente di Daniel Barenboim a Parigi e Bayreuth, e ospite al Comunale dal 2011) col giovane, ma già molto affermato pianista, è risultato particolarmente efficace. L’acme della serata è infatti coincisa con l’esecuzione del Concerto in sol di Ravel, nel quale Albanese ha dimostrato grande esuberanza e un pianismo frizzante, lirico ed irriverente al tempo stesso. Il pianista è stato molto chiaro nei tempi rapidi e ha dimostrato di gestire con grande accuratezza la vitrea espressività del tempo centrale, introdotto da un lungo passo del pianoforte solo. Questo intensissimo momento lirico, che Ravel affermò di aver composto con maniacale parsimonia guardando ai concerti di Mozart, è il fulcro poetico dell’intero concerto ed il movimento nel quali agli interpreti è chiesto un maggior controllo del suono. Dedicato alla prima interprete dell’opera, Marguerite Long, che la eseguì per la prima volta il 14 gennaio 1932 alla Salle Pleyel di Parigi, è questo il movimento che più misura la musicalità e le doti interpretative del solista. Nonostante il grande impegno richiesto al pianista, di grande interesse risultano pure le ampie linee del corno inglese e degli altri legni, che si spiegano sopra l’etereo accompagnamento degli archi.
Ripetuti applausi hanno richiesto al solista due bis: Albanese ha prima eseguito l’Alborada del gracioso di Ravel e poi il famoso Perpetuum mobile di Weber, quarto movimento della Sonata per pianoforte op. 24.
La seconda parte del concerto è stata interamente occupata dalla Sinfonia in re minore di Franck, un organismo ampio e complesso ricco di momenti memorabili e spesso molto apprezzati dagli spettatori. Buona la performance dell’orchestra, che ha dimostrato ancora una volta la presenza di maestri di grande rilievo, seppur la parte di alcuni fiati non sempre sia risultata affidabile ed adeguata, come questo repertorio richiederebbe al fine di offrire la massima qualità nella gestione del materiale tematico e dei ricercati e raffinati impasti timbrici.