Fondazioni Lirico Sinfoniche, si riparte con i conti in regola

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Le Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane sono a un punto di svolta, grazie (finalmente) a una gestione oculata. Ora, però, serve una legge chiara che ne inquadri la natura. Parola di Cristiano Chiarot, Presidente Anfols

Negli ultimi anni le Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane hanno subito una vera e propria rivoluzione che le ha viste impegnate su diversi fronti contemporaneamente e che ha portato l’instaurarsi di un iter virtuoso. In primis c’è stato il mantenimento dei propri standard qualitativi; poi l’incremento della produttività. Si è passati in pochi anni a un considerevole aumento delle produzioni e degli spettacoli (in alcuni casi anche al loro raddoppio) pur lasciando invariati i costi di produzione; per finire, la diversificazione degli spettacoli, guadagnando così nuovi e diversi pubblici.

Non ultimo, il raggiungimento dell’equilibrio economico per le Fondazioni italiane è il migliore indicatore del loro stato di salute.

Un’eredità pesante

Rimangono ancora delle problematiche, vale a dire i debiti degli anni passati. Nonostante la Legge Bray, non sono stati, né potranno essere a breve, estinti. Ed è su questo punto che in un futuro prossimo dovrà essere fatta una seria riflessione tra tutti i soggetti coinvolti; per adottare provvedimenti normativi che stabiliscano definitivamente il ruolo – e la natura giuridica – delle Fondazioni stesse, oltre che una nuova modalità di ripartizione dei Fondi pubblici (FUS), che dia certezza di una programmazione pluriennale.

Dopo aver vissuto una vera e propria rivoluzione, le Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane sono pronte alla sfida del futuro. Ma chiedono regole certe

Su tale debito pregresso, le cui ragioni prime sono la diminuzione delle risorse pubbliche disponibili negli ultimi decenni e una serie di perdite subite da parte di tutte le Fondazioni lirico sinfoniche a causa anche di una natura giuridica ambigua – si pensi al personale -, per finire con l’approvazione di leggi che si sono succedute in maniera disarmonica creando evidenti problemi nei bilanci, non vi sono, come più volte indicato anche dal Commissario straordinario del Governo istituito con la Legge Bray, altre soluzioni se non una necessaria patrimonializzazione dei soci delle Fondazioni.

Critici improvvisati

Però, ciò da cui oggi dobbiamo salvaguardarci sono i giudizi critici e approssimativi sul nostro comparto da parte di chi non conosce a fondo la nostra realtà; e non sa i sacrifici e i risultati raggiunti rimettendo in sesto il comparto culturale più importante e complesso del Paese.

Commentatori, critici, editorialisti improvvisati continuano ad affrontare il nostro settore con una superficialità preoccupante. Innescando un continuo processo non distante da ambiti di diffamazione; arrivano a proporre soluzioni facili e dannose non solo per il settore e per l’economia che ruota attorno a esso; ma anche e soprattutto per l’intera cultura italiana.

Le Fondazioni Lirico Sinfoniche sono pronte a raccogliere le sfide del futuro; vogliono inserirsi nel mondo dell’entertainment da protagoniste, ora anche con le carte in regola; ma per essere all’altezza di questa sfida devono contare su regole certe.

Cristiano Chiarot

Presidente Anfols (Associazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche) e Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino

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