L’ovest della Florida sta riscoprendo una vocazione per le belle arti in un contesto di folgorante bellezza. Tra le tante mete d’arte, la nostra preferita è Sarasota
I consigli di Luigi Di Fronzo per un viaggio in Florida indimenticabile
Sole, mare e sabbia. Anzi no, anche musica e cultura. Se la costa est della Florida è concentrata sull’icona leggendaria di Topolino e le folli corse automobilistiche di Daytona Beach, l’ovest (specie più a sud fra Tampa, St.Peterburg, Sarasota e Naples) sta riscoprendo una prorompente vocazione dedita alle belle arti, in un contesto di folgorante bellezza.
Dunque non solo acque turchesi, spiagge sabbiose e bianchissime e una natura ricca di fauna selvatica (delfini, alligatori e uccelli marini); ma raffinate città d’arte plasmate sulla Gulf Coast che stanno avviando preziosi progetti di riqualificazione di quartieri storici e spesso nulla hanno da invidiare al profilo Art Déco della più modaiola Miami. Provare un viaggio per credere.
Le città d’arte imperdibili in Florida
Tutta la zona registra un’alta concentrazione di edifici di Frank Lloyd Wright. Tampa (a parte i minareti moreschi del Museo Henry B. Plant e il gradevole relax sul litorale della vicina Clearwater) risplende di opere contemporanee e plateali spazi verdi lungo l’Hillsborough River.
Ancora, St.Pete sfoggia uno stellare Museo Salvador Dalì che contiene più di un migliaio di opere fra quadri a olio, acquarelli e sculture; Naples si consola con la miriade di gallerie d’arte e un delizioso Museum of Art, che contiene opere dell’espressionismo americano e dell’arte messicana. Eppure per gli amanti della musica è Sarasota a svelare le sue carte migliori.
La magnifica Sarasota
Al di là del suo Museo Ringling e della spettacolare Ca d’Zan in stile gotico veneziano; un luogo di culto in ascesa per i melomani ed i tanti viaggiatori che arrivano dal più freddo nord-est del continente è l’Opera Sarasota.
Nata nel 1960 come Turnau Opera per merito di un gruppo di musicisti che nel vicino Asolo Theater rappresentavano melodrammi in una più ristretta e intima versione cameristica (portandoli anche in aree circostanti) due decenni dopo la compagnia d’opera s’è messa in grande.
Ha acquistato il vecchio A.B.Edwards Theater anni ’20 sulla downtown. Dopo l’inaugurazione nell’82 e un ulteriore restyling nel 2008 in grado di dare evidenza ai suoi motivi originali sotto l’appassionata direzione di Victor DeRenzi ha saputo inventare una storia tutta sua, come una sorta di piccola Scala in terra americana. Di fatto è l’unico luogo al mondo ad aver proposto l’intero ciclo delle opere di Verdi, con la loro compagnia.
Il teatro, iscritto nel National Register of Historic Places, è una delizia. Una sala da mille posti, la splendida acustica; uno stage che è stato in grado di far ruotare fino a tre allestimenti diversi. Qui insomma i tanti amanti d’opera locali (non solo cantanti e musicisti in ritiro al sole della Florida) hanno da tempo un porto sicuro, che fa di questa zona una delle perle culturali d’America.

Sarasota Opera: un’oasi verdiana
La consacrazione di Verdi alla Sarasota Opera si deve all’entusiasmo, alla tenacia e al caparbio lavoro di ricerca di Victor DeRenzi, direttore musicale e artistico (nato a New York). Dopo l’inaugurazione con il Barbiere arricchisce la stagione tra Turandot, Il flauto magico, Rita, Il segreto di Susanna e Nabucco. Passione verace e antica la sua, nata quando la famiglia (genitori americani, ma nonni italiani emigrati in Usa) lo portava da bambino alle serate del Metropolitan.
«Ricordo ancora lo stupore, quando capii che tutti quei capolavori li aveva scritti un solo musicista, in Italia. Scoperta che mi ha fatto venir voglia di perfezionare gli studi musicali al Queens College e dirigere opere con piccole orchestre».
Come è riuscito a realizzare quest’oasi operistica in Florida?
«Poco alla volta: prima con qualche titolo in versione da camera, poi estendendo la ricerca al catalogo completo. Di Verdi abbiamo fatto tutto, prime edizioni, doppie versioni di un medesimo melodramma. Persino arie di cui esistevano soltanto poche battute al pianoforte. E sempre nella giusta direzione critica, grazie ai mie fecondi contatti con tutto il gotha degli studiosi verdiani in Italia».
Come reagisce il pubblico?
«Con entusiasmo, Verdi è Verdi. Qui molti conoscono e apprezzano i titoli minori; sulla carta certi drammi giovanili magari non sono paragonabili alle grandi opere, ma a teatro funzionano sempre. C’è un pubblico di locali e pensionati che una volta vivevano al Nord; ma anche tanti giovani che con il progetto della Sarasota Youth Opera vengono coinvolti anche in spettacoli educativi, a novembre nel Piccolo spazzacamino di Britten.
È importante creare un senso di comunità, come nell’800. E poi facciamo tutto con cura. Prima di iniziare le prove, lavoriamo sul libretto e sulle indicazioni originali di regia come voleva Verdi. Senza farci tentare da fuorvianti messe in scena moderne».
Viene mai in Italia?
«Certo, con la famiglia e amici, ma mai per dirigere. Vedo qualche opera (tempo fa a Piacenza I due foscari con il formidabile Leo Nucci); poi resto nelle terre verdiane, a sorseggiare del buon Lambrusco».

INVITO AL VIAGGIO
La Gulf Coast prospera di attività culturali di ogni genere (info su visitsarasota.com). Dal teatro d’opera in stile Art Dèco che ha appena aperto la sua 52esima stagione con Il barbiere di Siviglia (sarasotaopera.org) alla Van Wezel Performing Arts Hall progettata da Wright, che ospita spettacoli itineranti e revival di musical hollywoodiani. C’è l’orchestra più antica dello stato, un Sarasota Ballett che ha presentato anteprime mondiali; diverse compagnie teatrali che sfornano drammi e commedie; il tutto in un vivace tessuto arricchito di pub e palcoscenici itineranti, fino alla vicina Venice.
Per dormire, ottima scelta il Comfort Suites Sarasota. Da non lasciarsi sfuggire neppure la dinamica Tampa (visittampabay.com) soggiornando al maestoso Tampa Marriott Waterside; e poi la vicina Clearwater (info visitstpeteclearwater.com) con una notte d’obbligo sul mare al Wyndham Grand. Per una fuga tra Naples e Marco Island si può invece approdare al romantico Lemon Tree, con influenze architettoniche della Old Florid.