“Trasfigurazioni celesti” è il titolo della 38ª edizione del Festival Internazionale di Musica di Portogruaro, in programma dal 22 agosto al 17 settembre. L’allusione è a due capolavori della letteratura musicale primo-novecentesca: Verklärte Nacht di Schoenberg e la Seconda Sinfonia “Resurrezione” di Mahler, ideali punti d’arrivo del percorso avviato lo scorso anno che, causa pandemia, potrà vedere il suo coronamento soltanto nel 2021. Nel frattempo però, che si tratti della Vienna fin de siècle, degli “Ottantisti” e affini italiani o dell’espressionismo mitteleuropeo, finanche della scuola russa di Šostakovič, il cartellone 2020 propone un evidente comun denominatore: il progressivo superamento del “Paradigma romantico”, che era stato cifra della scorsa edizione, e la trasfigurazione dei canoni stilistici tardo-ottocenteschi nelle “nuove vie” del Novecento storico. Senza tuttavia dimenticare un omaggio a Beethoven, nell’anno del 250° genetliaco.
Così, l’edizione 2020 del Festival è inaugurata dal pianista Alessandro Taverna, con l’aurorale e al tempo stesso visionaria Sonata in do maggiore op. 53 “Waldstein”, seguita dai due libri di Variazioni su un tema di Paganini op. 35 di Brahms e l’Ouverture de l’opéra “Guillaume Tell” di Liszt (22 agosto).
Due sono le orchestre coinvolte nel cartellone di quest’anno: il 24 agosto, la FVG Orchestra – Istituzione Musicale e Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, diretta da Walter Themel, propone Sinfonia Ouverture, pagina di rara esecuzione di Francesco d’Altan (in arte Alfredo Scannact), il Concertino per oboe e orchestra di Kalliwoda (solista Luca Vignali), suggellando infine la serata con la Prima sinfonia di Beethoven. Martedì 17 settembre, invece, il concerto di chiusura sarà affidato all’Orchestra di Padova e del Veneto, con Francesco d’Orazio (violino solista e maestro concertatore), Mario Folena (flauto) e Roberto Loreggian (clavicembalo), propone il Terzo concerto brandeburghese di J.S. Bach, ilConcerto in la magg. per violino D 96 di G. Tartini e la Sinfonia n. 40 di W.A. Mozart.
Tornando al pianoforte, attesissima è l’esibizione di Gloria Campaner, già ospite nelle passate edizioni del Festival, che il 10 settembre propone una selezione di riflessi (e riflessioni) “liquide”: non solo Debussy (Reflets dans l’eau e Clair de lune), ma anche Beethoven (Sonata “Al chiaro di luna”), Chopin (Preludi scelti), Respighi (Notturno) e Berio (Wassermusik). Altro gradito ritorno è poi quello del Quartetto Prometeo con Šostakovič (Quartetto n. 3) e Dvořák, di cui verrà eseguito il Quintetto con pianoforte n. 1 op. 5 (al pianoforte Lorenzo Cossi).
Arricchiscono altresì il cartellone numerose ed eterogenee formazioni cameristiche: è il caso del duo di Giampaolo Bandini e Andrea Oliva, che il 25 agosto affianca al celebre “Arpeggione” di Schubert, qui in un’insolita veste per flauto e chitarra, Castelnuovo -Tedesco (Sonatina op. 205) e Piazzolla (Histoire du Tango). Si prosegue poi, il 27 agosto, con l’Ex Novo Ensemble (Davide Teodoro, clarinetto; Carlo Lazari, violino; Carlo Teodoro, violoncello; Aldo Orvieto, pianoforte), che affronta la “musica nuova” attraverso tre dei suoi massimi rappresentanti: Zemlinsky (Trio), Castelnuovo-Tedesco (Pastorale e Rondo op 85) e Berg (con l’Adagio dal Kammerkonzert, in una versione per clarinetto, violino e pianoforte).
E ancora il Quartetto Werther (Misa Iannoni Sebastianini, violino; Martina Santarone, viola; Vladimir Bogdanovic, violoncello; Antonino Fiumara, pianoforte) affrontano una trascrizione per trio d’archi con pianoforte di Ferdinand Ries della Terza di Beethoven e il Quartetto per pianoforte e archi di A. Copland (12 settembre). Il giorno successivo, l’appuntamento è invece con Nicoletta Sanzin e Patrizia Tassini, duo di arpe che propone “Harps Fusion”, vasto repertorio dal Barocco al contemporaneo.
La kermesse annovera anche organici inconsueti – come il Quartetto Aires, composto da quattro fisarmoniche (26 agosto) e l’ensemble di tromboni Slide & Friends diretto da Andrea Gasperin (29 agosto) – a fianco di giovani ma tradizionali compagini d’archi – il Quartetto Sincronie, proveniente dalla Scuola di Musica di Fiesole e il Quartetto d’Archi della Fondazione Musicale di Santa Cecilia di Portogruaro (28 agosto).
A proposito poi di giovani e giovanissimi, nonostante le restrizioni sanitarie, anche in questa edizione la Fondazione Musicale Santa Cecilia è riuscita a tener fede alla propria vocazione formativa, confermando i corsi delle Scuole di Perfezionamento Musicale e le Masterclass internazionali destinate ai talenti emergenti e garantendo loro quanto mai preziose opportunità di esibizione.
Sempre nell’offerta 2020, oltre agli ensemble stabili, numerosi sono i solisti vicini al Festival di Portogruaro che si esibiscono in formazioni cameristiche: il 31 agosto, Roberto Prosseda con i Solisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Francesco Di Rosa, oboe; Alessandro Carbonare, clarinetto; Andrea Zucco, fagotto; Guglielmo Pellarin, corno) presenta due monumenti della musica da camera per strumenti a fiato: il Quintetto con pianoforte K 452 di Mozart e il Quintetto con pianoforte op. 16 di Beethoven. La serata dell’8 settembre vede invece impegnati Luca Lucchetta (clarinetto), Laura Bortolotto (violino), Francesco Lovato (viola), Damiano Scarpa (violoncello), Ilin Dime Dimovski(contrabbasso), Federico Lovato (pianoforte) con il celeberrimo Quintetto “La trota”, e il ben più raro Sestetto di Pfitzner. Petra Lechtova Scarpa (flauto) e Damiano Scarpa (violoncello) si cimentano in un percorso da Bach al Novecento (9 settembre), mentre saranno impegnati il 14 in compagnia di Amiram Ganz (violino) e Mari Fujino e Bruno Volpato (pianoforte), con Gaubert, Čaikovskij, Martinů e Mozart.
Ampio excursus sul repertorio organistico con l’Organicum Sextensis (Carlo Milanese, Stefano Marcogliese, clarinetto; Marco Baradello, organo) e le opere meno conosciute del repertorio da camera tra Sette e Novecento (1 settembre). Michele Bravin interpreta invece monumentali pagine di Bach, Brahms, Mendelssohn e Reger (5 settembre) e infine Carlo Torlontano (Alphorn), e Francesco Di Lernia (organo) con un inusitato repertorio sei- settecentesco dedicato al corno delle Alpi (15 settembre).
Non manca neppure un viaggio attraverso le sonorità jazzmer e gipsy jazz della Transilvania in compagnia della Ziganoff Jazzmer Band & Kalman Balogh, leggendario virtuoso ungherese di cimbalom (23 agosto).
A ospitare molti dei concerti in programma il Teatro Russolo di Portogruaro, recentemente rinnovato e ampliato, oltre a piazze, cortili ed edifici storici in diversi comuni limitrofi.
«In questa edizione del Festival così particolare» ha sottolineato Paolo Pellarin, Presidente della Fondazione Musicale Santa Cecilia e coordinatore artistico del Festival «oltre alla qualità (che è, ça va sans dire, imprescindibile), abbiamo compiuto tutti gli sforzi possibili anche per mantenere una buona quantità di concerti, pur con qualche rinuncia; è stato possibile anche e soprattutto grazie alla grande disponibilità dei musicisti che ci sono stati vicino e hanno voluto condividere il nostro segnale di ripresa».
Info: festivalportogruaro.it
Silvia Del Zoppo