Festival di Hudderfield, il programma

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La prossima edizione del Festival di Hudderfield conta 15 prime mondiali. Il composer-in-residence scelto è lo svizzero Christian Marclay

Sara Glojnaric al FESTIVAL DI HUDDERFIELD
Sara Glojnaric

Cinquanta concerti, 15 prime mondiali, tematiche che spaziano dai cambiamenti climatici alle fake news. Questo offre il festival di Hudderfield dal 16 al 25 novembre. Si celebra ovviamente Stockhausen, si eseguono musiche di Sciarrino; ci sono ampi ritratti di compositori britannici come James Dillon e Christopher Fox.

Più eccentrica la scelta del composer-in-residence, Christian Marclay, “visual artist” svizzero-americano; ha iniziato la sua carriera come DJ sperimentale, virtuoso del montaggio sonoro, del collage, del remix, pioniere del turntablism (l’arte di suonare il giradischi), vincitore del Leone d’oro alla Biennale di Venezia 2011 per l’istallazione The Clock.

Programma

A Hudderfield sono in programma To be continued, partitura grafica concepita come un fumetto a colori, 48 pagine dove si mescolano eroi dei comics con pentagrammi, note e varie rappresentazioni grafiche di suoni; le due “video-score” Fade to Slide e The Bell and the Glass; la prima mondiale di Investigations, per 20 pianoforti e 100 fotografie.

Altri appuntamenti clou: l’Ensemble Mosaik che esegue Rundfunk di Enno Poppe; è un pezzo per nove sintetizzatori che rende omaggio alla storia della musica elettronica, riproponendo sonorità elettroniche degli anni 60 e 70. Il pianista Zubin Kanga che si cimenta con WIKI-PIANO.NET di Alexander Schubert, opera aperta scritta a più mani, da una comunità ampia e interattiva (la partitura è online e può essere modificata e arricchita da ogni visitatore del sito); il Ligeti Quartet che intepreta Ezir Kara e Muttos, del giovane Christian Mason, basati su tecniche vocali tuvane e sarde.

Ospiti di riguardo

Altro elemento di interesse è il grande spazio riservato alle compositrici; a partire da Rebecca Saudners, con Yes, per soprano e grande ensemble, meditazione sulle ambiguità del linguaggio, basata sul monologo di Molly Bloom che conclude l’Ulisse di Joyce.

Ci sono poi Clara Iannotta, con il quartetto dead wasps in a jam-jar; Jennifer Walshe, con A History of the Voice; Sara Glojnarić (1991), compositrice e “sound artist” croata, attiva in Germania. Presenterà sugarcoating #2, che si basa sul riadattamento dei principali feticci sonori del pop, trasformati in scrittura strumentale attraverso processi digitali.

Gianluigi Mattietti

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