Festival della Valle d’Itria 2020: dal cuore della Puglia un nuovo segnale di ripartenza

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Quando nelle sere d’estate, in Valle d’Itria, trasale la luna e l’azzurro nasce a corolle per incanto barocco, ecco che trova una custodia l’umano sognare. Ogni cosa, nei trulli e per le strade, assume l’insonne dolcezza della pietra bianca locale, fra cataloghi di umori diversi e il profumo di oleandro e di ulivo. Qui il Sud non è solo una indicazione geografica ma si fa coordinata del cuore. In questo angolo di paradiso un gruppo di uomini virtuosi, nel 1975, decise ambiziosamente di fondare uno dei festival più prestigiosi d’Italia, volto soprattutto a valorizzare un repertorio operistico meno noto, se non obliato: fra loro, Paolo Grassi (allora sovrintendente del Teatro alla Scala), di cui nel 2019 si è celebrato il centenario della nascita. Così la cittadina di Martina Franca è divenuta in brevissimo tempo – con il contributo di personalità del calibro di Rodolfo Celletti – tappa obbligatoria per i più celebri artisti della lirica e per un pubblico competente e affezionato, da quasi mezzo secolo riuniti nel segno del belcanto.

Nonostante le gravi difficoltà di questo periodo, l’estate di Martina Franca, ancora una volta, vivrà l’emozione della grande musica: il Festival della Valle d’Itria 2020 si farà. Una notizia che infonde speranza a tutto l’indotto culturale della regione. Garantendo le collaborazioni con artisti e fornitori, riattivando i rapporti con le maestranze e il comparto turistico, il festival gioca infatti un ruolo economico di rilievo nel territorio pugliese.

Rinviate a causa dell’emergenza sanitaria alcune importanti produzioni (La rappresaglia di Mercadante, Gli amanti sposi di Wolf-Ferrari, Leonora di Paër e l’intermezzo di Piccinni Il perucchiere), il Direttore artistico Alberto Triola punta coraggiosamente a una rimodulazione del cartellone, garantendo sempre eccellenza musicale e respiro internazionale, fra sperimentazioni e rarità; coinvolgendo anche, in un progetto di ampio respiro, il teatro di prosa: nel solco identitario tracciato da Paolo Grassi.

Dal 14 luglio al 2 agosto la 46a edizione del festival martinese, promosso dalla Fondazione Paolo Grassi presieduta da Franco Punzi, trova in Richard Strauss il proprio nume tutelare: segnando un ritorno a Martina Franca della musica del grande compositore tedesco, dopo la mise en scène della sua versione dell’Idomeneo di Mozart (2006), della versione francese di Salome (2007) e della versione riorchestrata della Iphigenie auf Tauris di Gluck (2009).

L’atrio del Palazzo Ducale, riorganizzato secondo le norme di sicurezza, sarà il consueto suggestivo palcoscenico dove prenderanno vita gli allestimenti in programma, entrambi firmati dal regista pugliese Walter Pagliaro. Attesissima inaugurazione, il 14 luglio, con l’esilarante commedia molieriana Il borghese gentiluomo, ripensata come monologo, con le musiche di scena di Strauss (versione del 1912). Il giovane Michele Spotti (nella foto), fra i più brillanti e apprezzati direttori della sua generazione (classe 1993), guida l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, illuminando una partitura dalla magnetica vivacità e frizzante ironia (repliche il 21, 25 luglio, 1° agosto).

Storicamente legata a Il borghese gentiluomo è Arianna a Nasso: parti di un medesimo spettacolo-ibrido, presentato per la prima volta nel 1912 al Königliches Hoftheater di Stoccarda con la compagnia di Max Reinhardt e la direzione di Strauss stesso. La commedia incentrata sul parvenu Monsieur Jourdain doveva concludersi con la rappresentazione di un’opera di una trentina di minuti, invece che con l’originale divertissement turchesco musicato da Lully: una riproposizione della storia della principessa di Creta abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, commentata ironicamente da attori della Commedia dell’Arte. Arianna a Nasso conobbe successive stesure; il Festival della Valle d’Itria ne ripropone, però, quella della première (il 19, 22, 26 luglio e 2 agosto). La versione in italiano del libretto, originariamente scritto da Hugo von Hofmannsthal, è stata curata dal noto critico musicale e musicologo Quirino Principe. Sul podio, il Direttore musicale del festival Fabio Luisi (attualmente Direttore principale della Danish National Symphony Orchestra, della Opernhaus Zürich e Direttore musicale del Maggio Fiorentino). Attorno al tema di Arianna, oscillando fra mondo barocco e recupero della cultura classica, si svilupperanno poi una serie di altri appuntamenti musicali e approfondimenti culturali, annunciati nel dettaglio nelle prossime settimane.

Info: festivaldellavalleditria.it

Attilio Cantore

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