In un periodo in cui la cultura è in pericolo, una sua rinascita si impone con l’urgenza di un diktat: nel tempo dell’eclisse delle certezze, è necessario guardare al futuro puntando sulla parte migliore dell’Italia. A Ferrara, la nobilissima città Estense, tutto questo si realizza. Qui, come in una antica Accademia, un gruppo di uomini di cultura si ritrova oggi a condividere un medesimo sogno, un «sogno a rilievo» (Kariotakis) che si annuncia con lo slogan «Ferrara rinasce»: mots-clés nate durante il lockdown ma che si caricano di un significato inedito in questi tempi di difficile ripartenza.
All’insegna del sincretismo, il progetto Ferrara Città della Cultura si pone l’obiettivo di armonizzare arte, musica e teatro attraverso una programmazione di eventi di alto livello in grado di dialogare con la storia gloriosa di una delle più importanti capitali europee del Rinascimento: quella che vide nascere Girolamo Frescobaldi, fiorire il bell’ingegno di Ludovico Ariosto, soggiornare il giovane Pietro Bembo, lavorare Tiziano e l’Alberti.
Fautori di questa coraggiosa “missione”, supportata da una illuminata amministrazione comunale, sono Vittorio Sgarbi, demiurgo dell’intero sistema culturale della città e Presidente della Fondazione Ferrara Arte; il finanziere Francesco Micheli, Presidente di Ferrara Musica; e il manager Mario Resca, Presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Sotto la presidenza di Micheli, con la direzione artistica del musicologo Enzo Restagno e la consulenza di Francesca Colombo, per la stagione 2020/2021 Ferrara Musica propone un cartellone di gran caratura, con solisti e direttori di fama internazionale. «Ferrara Musica», sottolinea Micheli, «nell’immaginazione di chiunque ami la musica d’arte è rimasta un ricordo e un richiamo unico, un marchio di qualità inconfondibile che merita di essere riportato allo splendore delle origini. Tutti noi ora ci siamo impegnati in questa direzione». Per sovrapposizioni prospettiche, i vari appuntamenti declinano un focus beethoveniano – immancabile nell’anno del 250° anniversario della nascita del compositore tedesco – per accogliere poi il miglior repertorio romantico, da Schumann a Čajkovskij, senza dimenticare quello contemporaneo, fra cui spiccano il Movimento di Quartetto e il Quartetto n. 3 di Fabio Vacchi nell’esecuzione del Quartetto di Cremona (9 dicembre), che quest’anno festeggia i suoi 20 anni di attività, e …Sofferte onde serene… che Luigi Nono dedicò nel 1976 a Maurizio Pollini. Proprio il grande pianista milanese sarà protagonista del concerto inaugurale del 20 ottobre al Teatro Comunale “Claudio Abbado”. Un appuntamento decisamente da non perdere, dove i 3 Klavierstücke op. 11 – in cui dell’atonalità schöenberghiana si dà «la prima indagine intransigente, senza remore» (Bortolotto) – e la Sonata n. 29 in si bem. magg. op. 106 “Hammerklavier” – in cui di Beethoven risuonano «i temi dell’eroismo condannato» – incorniceranno il brano di Nono.
Alexander Lonquich, nella doppia veste di solista e direttore, è invece pronto a emozionare il pubblico con una maratona dei Concerti per pianoforte beethoveniani (11 novembre). Per la prima volta a Ferrara Musica, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento guidata da Philipp Von Steinaecker, insieme al violinista Stefan Milenkovich (16 novembre). Altro debutto, quello di Andrea Lucchesini impegnato in un programma che unisce capolavori pianistici di Schumann e Beethoven (23 novembre). E ancora Marco Rizzi in duo con Roberto Arioso (30 novembre), il Trio di Parma (14 dicembre) e Richard Galliano con il Quintetto Solisti Aquilani (18 gennaio).
Il Teatro Comunale “Claudio Abbado” durante il lockdown è stato uno dei punti fermi della cultura ferrarese, proponendo per la prima volta una vera e propria stagione estiva; presenta ora le Stagioni di Prosa (16 ottobre-30 aprile), Danza (8 settembre-19 dicembre) e Lirica (15 novembre-4 giugno) con alcune prime assolute – per la danza il Don Juan di Aterballetto e Wim Vandekeybus entrambi in ottobre – e numerose produzioni, tra cui uno spettacolo inedito di Corrado Augias per il Giorno della Memoria e una dedica a Franca Rame e Dario Fo (le due parti del Mistero Buffo, femminile e maschile, verranno riproposte in un unico spettacolo e interpretate dall’erede designato da Fo, l’attore Mario Pirovano, e da Lucia Vasini). «Il nostro è stato tra i primi teatri in Italia a riaprire», ha affermato Mario Resca, «subito dopo la fine del lockdown, già dal 15 giugno. Non ci siamo mai fermati, e anzi abbiamo realizzato nuove iniziative anche nel periodo estivo, che coinvolgessero maggiormente la città e il comparto turistico. Ferrara è, oggi, più determinata che mai ad attrarre turismo culturale e il Teatro Comunale è parte importante dell’offerta di intrattenimento a livello nazionale, in rete con i migliori teatri».
Grande attesa per il concerto di questa sera, 10 ottobre alle 20:30, al Teatro Comunale. Riccardo Muti sarà per la prima volta a Ferrara, alla testa dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”. Un evento dal particolare rilievo storico – a cent’anni dall’ultima esecuzione in città di Arturo Toscanini durante una memorabile tournée di tre mesi – e dal fondamentale valore simbolico – sugellando un progetto condiviso, che attraverso la musica intende unire le città di Ferrara, Ravenna e Bologna. Si tratta di una prima collaborazione, nell’ottica di realizzare sempre nuovi scambi e connessioni fra il Teatro Comunale di Ferrara, il Ravenna Festival e il Bologna Festival. «Vogliamo stimolare le energie culturali presenti nella città e nel territorio», rimarca Resca, contando sul generoso sostegno e la lungimiranza degli sponsor Bonifiche Ferraresi, Econocom, Banco BPM ed Eni.
L’impaginato messo a punto da Muti delinea un programma bipartito, accostando alcuni deliziosi cammèi del repertorio orchestrale italiano di inizio Novecento, in prima esecuzione assoluta al Ferrara Muscia (il Notturno op. 70 di Martucci, la Serenatina di Marco Enrico Bossi dagli Intermezzi Goldoniani op. 127, la Berceuse élégiaque op. 42 di Ferruccio Busoni), a un capolavoro del sinfonismo di Dvořák: sui leggii della “Cherubini”, la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal Nuovo Mondo” che il grande compositore boemo iniziò a scrivere pochi mesi dopo il suo arrivo negli Stati Uniti – per dirigere, su invito della mecenate Jeannette Thurber, il National Conservatory of Music di New York – e presentata nel dicembre 1893 alla Carnegie Hall con un successo formidabile, destinato a perpetuarsi nel tempo.
Info: ferraramusica.it
Attilio Cantore
photo © Silvia Lelli