Una linea immaginaria tracciata da una sponda all’altra dell’Oceano Atlantico per congiungere due universi musicali in dialogo tra loro. Due continenti a confronto: Europa e America, il concerto dello scorso 24 agosto a cura dell’Associazione Manifestare Opportunità nell’ambito dell’Estate Sforzesca, ha accostato differenti autori in un percorso attraverso due secoli di storia. Denominatore comune delle composizioni scelte è il sestetto d’archi che le ha eseguite, formato da Anton Jablokov e Dmitry Smirnov ai violini, Elena Favilla e Anastasia Shugaeva alle viole, Nikolay Shugaev e Kerem Brera ai violoncelli.
La prima parte del programma si apre con Souvenir de Florence Op. 70 di Pëtr Čajkowskij, un pezzo concepito proprio per un sestetto d’archi dal musicista russo e dedicato alla città di Firenze. L’opera è pensata infatti come un omaggio al capoluogo toscano in cui Čajkowskij trascorre un soggiorno nell’inverno del 1890, periodo durante il quale abbozza uno dei temi principali di questa partitura. Il brano, in cui si riconoscono frasi cantabili che ricordano la tradizione operistica italiana, mantiene uno stile di marca russa, in particolare nella vivacità dei suoi accenti popolareschi.
L’Allegro con spirito del primo movimento è ben condotto dal sestetto di giovani strumentisti che dopo il tema iniziale, energico e deciso, interpreta con profonda sensibilità una seconda frase più ariosa e rilassata. Nell’Adagio cantabile e con moto al primo violino e al primo violoncello è affidata una delicata e malinconica melodia sostenuta dal pizzicato degli altri strumenti, riproducendo un’atmosfera che fa emerge l’animo tardoromantico della composizione. L’Allegretto moderato, che prende avvio con un assolo di viola scandito da un ritmo di danza, si sviluppa con un andamento più concitato che mette in luce la tecnica e il talento dei sei interpreti. Nell’Allegro vivace del quarto movimento, modellato da Čajkowskij su una coinvolgente ritmica attinta dal repertorio popolare, trova spazio anche una breve fuga, sino a giungere a una brillante conclusione che concede passaggi virtuosistici in un impetuoso crescendo finale.
Nella seconda parte del concerto ecco giungere più serrato il confronto fra autori dei due continenti. Un brillante arrangiamento per archi di Summertime, la celebre aria di George Gershwin composta per l’opera Porgy and Bess, evidenzia le potenzialità espressive del sestetto. In Oblivion, un tango struggente e appassionato di Astor Piazzolla, Anton Jablokov si mette in luce al violino con alcuni interventi solistici, amplificati nei momenti di maggior intensità dagli altri strumentisti. La colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso, firmata da Ennio Morricone per il film di Giuseppe Tornatore, viene al meglio valorizzata con tutto il suo lirismo dall’ensemble d’archi, così come A time for us, il seducente tema d’amore di Nino Rota per il Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli. Por una Cabeza, noto tango argentino degli anni Trenta scritto da Carlos Gardel, conduce a un coinvolgente finale che sottolinea ancora una volta la maestria dei sei giovani musicisti sul palco e la loro duttilità esecutiva nell’affrontare i generi più svariati.