Per lasciarsi catturare dalla surf music non è necessario sfidare le onde. È una musica genuina, che poggia sulla linea melodica di una chitarra elettrica e sul ritmo dettato dalla batteria, in grado di partire dalle spiagge californiane, dagli anni ‘60 e ‘70, per conquistare il mondo sino ai giorni nostri.
Il genere è indissolubilmente legato ai Beach Boys con brani quali, per l’appunto, Surfin’ USA (sebbene con il loro disco Pet Sounds la band abbia dimostrato di plasmare la materia musicale anche al di là delle etichette).
Eppure, il padre putativo di questa matrice è universalmente riconosciuto in Dick Dale.
Proprio lui, dagli anni ‘50, un decennio prima della scintilla poco prima accennata, viene incoronato “Re della chitarra surf”: il suo popolo è quello dei surfisti che con lui cavalcano le onde della California e condividono giorni di mare e notti di feste.
Ben presto, inizia il sodalizio con Leo Fender e il suo scettro diventa un modello ben preciso di sei corde, la Stratocaster. Inizia anche una rivoluzione tecnica, aumentando il volume dello strumento per fronteggiare un pubblico sempre più numeroso e Dale è il primo musicista a montare sulla chitarra un microfono senza fili, che gli consente di gettarsi nella folla ai suoi concerti. Altra caratteristica che verrà mutuata per generazioni è l’uso del riverbero.
A Dick Dale si attribuisce poi, in modo particolare, l’appartenenza al surf strumentale, mentre saranno i Beach Boys, con l’aggiunta delle linee vocali, a dare origine al secondo filone.
In poche parole, stile di vita, innovazioni tecniche per piegare lo strumento al proprio volere, originalità stilistica e tecnica che influenzano le generazioni a venire: da un uomo e da un genere dipendono un massiccio repertorio della musica rock e pop contemporanee.