Il 2 maggio Rai5 trasmette la prima delle due puntate di “Dentro le note”, una forma nuova di concerto ideata dal pianista Roberto Prosseda per la IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma . La prima puntata è dedicata a Mozart, mentre la seconda puntata, che sarà trasmessa sabato 9 maggio alla stessa ora, avrà al centro Beethoven. Un titolo che è anche una dichiarazione d’intenti da parte del pianista di Latina, che ha recentemente completato per Decca l’integrale delle Sonate per pianoforte mozartiane: accompagnare l’ascoltatore dentro la musica per raccontare, a partire dall’analisi del testo musicale, l’unicità di un’interpretazione, perché “ogni musica scritta è in realtà infinite musiche – asserisce Prosseda – e l’interprete ce ne restituisce una: la sua “.
Le registrazioni sono state effettuate lo scorso autunno nell’ambito della 75esima stagione della IUC nell’Aula Magna dell’Università e il primo appuntamento, sabato 2 alle 20.05 su Rai5, è dedicato a un dittico mozartiano: la Fantasia K 475 e la Sonata K 457.
«In nessun’altra composizione pianistica Mozart ha più decisamente anticipato lo spirito beethoveniano e, diremmo, quello della musica moderna in genere» (Paumgartner): concepita come una grande forma preludiante chiusa, la Fantasia K 475 fu composta nel 1785, un anno più tardi rispetto alla Sonata K 457 e insieme a questa pubblicata. Al pari delle Fantasie per pianoforte K 396 e 397 – e aggiungeremmo anche la K 608 per organo – «fantasie virtuali» secondo Roman Vlad, perché, potendo giovarsi del supporto della scrittura, risultano più libere e “improvvisate” delle improvvisazioni propriamente dette – anche la K 475 testimonia l’inesauribile inventiva del genio mozartiano. La sonata che compendia è, nondimeno, un capolavoro generoso di riferimenti al repertorio successivo. Basti pensare al gesto d’apertura, in ottave ascendenti, che ritroviamo, seppur con metri e caratteri differenti, tanto nell’incipit del Concerto per pianoforte e orchestra K 491 dello stesso Mozart quanto nel Terzo Concerto op. 37 di Beethoven (entrambi per altro nella medesima tonalità di do minore) o allo spunto tematico in Lab Maggiore nel secondo movimento della Sonata, esplicitamente eccheggiato nel celeberrimo Adagio della Sonata op.13, “Patetica”.
Se per Mozart il momento fantastico-improvvisativo ancora introduce, more antiquo, il cimento sonatistico, per Beethoven, compositore su cui si sposterà il focus nel secondo appuntamento di sabato 9, ne diventa parte integrante. Con la Sonata quasi una fantasia op. 27 n. 2, meglio nota con il titolo spurio di “Al chiaro di luna”, Prosseda porterà l’ascoltatore a confrontarsi più da vicino con le aporie compositive tra rigore formale (della sonata) e libera immaginazione creativa (della fantasia). Un rapporto dialettico che si concretizza in una composizione insolita, con il selenico Adagio sostenuto in prima posizione, un Allegretto intermedio – a ragione definito «un fiore tra due abissi» da Liszt – e infine il virtuosistico Presto agitato, che nella cadenza finale ancora una volta sembra riflettere sulla biunivoca relazione tra scrittura e improvvisazione. A seguire la Sonata op. 90, che accosta due movimenti dalle programmatiche indicazioni agogiche in lingua tedesca in luogo delle consuete italiane (e anche in questo Beethoven inaugura una tradizione): il primo in mi minore, Con vivacità e sempre con sentimento ed espressione, si richiama esplicitamente al carattere empfindsam (o “sensibile”); il secondo è un rondò nella parallela tonalità di Mi Maggiore Non troppo vivo e cantabile assai.
Ma per saperne di più, lo ricordiamo l’appuntamento è con Roberto Prosseda i prossimi due sabati in prima serata su Rai 5.
Silvia Del Zoppo