La musica è l’unica arte che ha bisogno di un mediatore, un ponte tra chi ha creato l’opera e chi ne fruisce. Nessuno di noi leggendo una partitura potrebbe affermare di aver beneficiato totalmente dell’opera musicale che ha bisogno di suoni e di strumenti capaci di dare vita ai segni scritti su carta. La figura intermedia tra compositore e pubblico è l’interprete, che ha il delicatissimo ruolo di riportare in vita la composizione, studiarla a fondo, leggere anche il non scritto. Un po’ come quando, parlando di letteratura, si cerca il significato tra “le righe” un senso profondo che va al di là della semplice parola o concatenazione di esse. È proprio il lavoro dell’interprete a rendere l’esecuzione un evento unico ed irripetibile, l’opera vive in quel momento, nasce e muore nel tempo di una nota, si (e)segue in tempo reale, non è possibile soffermarsi sul particolare. Ovviamente, il ruolo del musicista non è standardizzato, è un lavoro lento, minuzioso, senza fine. Basta ascoltare un brano qualsiasi suonato dallo stesso interprete in momenti diversi della sua vita artistica per notare sfumature, differenze. L’interpretazione non sarà mai uguale a sé stessa, muta, cambia, evolve.
E chi meglio di un interprete può spiegare il lavoro che sottende l’esecuzione musicale? In questa direzione va il nuovo progetto dell’Accademia Filarmonica Romana che parte il 21 maggio per quattro giovedì consecutivi. Andrea Lucchesini, direttore artistico dell’istituzione romana, nei quattro appuntamenti on line sulla pagina Facebook dell’Accademia intitolati “Dell’interpretazione”, approfondirà il tema concentrandosi su quattro celebri composizioni di Robert Schumann (Kreisleriana op. 16 e il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra op. 54), Ludwig van Beethoven (Sonata in do maggiore per violoncello e pianoforte op. 102 n. 1) per arrivare alla musica del nostro tempo di Ivan Fedele (Suite francese VI B per violino elettrico a cinque corde ed elettronica). I quattro incontri condotti da Lucchesini (nella foto) avranno la forma del colloquio e per ogni giornata ci sarà un differente ospite: Mario Brunello, Alexander Lonquich, il compositore Ivan Fedele insieme con il violinista Francesco D’Orazio, per concludere con il direttore d’orchestra Daniele Gatti.
Per ogni colloquio, che sarà curato dalla regia di Maxim Derevianko, si partirà dalla scelta di un brano, spunto per mettere a confronto – tramite l’ascolto – varie interpretazioni e soffermarsi poi sul punto di vista dell’ospite. «Grazie all’interpretazione, il musicista dà vita al segno scritto di uno spartito o una partitura, offrendo ogni volta una lettura nuova e personale», spiega Lucchesini. «È un lavoro lungo, frutto di uno studio approfondito in cui confluiscono anche la sensibilità e il percorso artistico di ciascun musicista. Per questo l’interpretazione ha infinite declinazioni, tante quante sono gli interpreti, chiamati a condividerle con gli ascoltatori durante il concerto. Questi incontri saranno l’occasione per parlarne con cinque musicisti di grande levatura, contribuendo in maniera interessante all’argomento e aprendo al nostro pubblico nuove prospettive su un tema da sempre affascinante». Gli incontri trasmessi in diretta, saranno registrati e fruibili in qualsiasi momento sulla pagina Facebook dell’Accademia Filarmonica Romana. Si inizia il 21 maggio alle ore 19.
Info: filarmonicaromana.org/index.php/calendario-concerti/item/520-dell-interpretazione
Federico Furnari