#Conversations Due donne all’opera nel segno di Strauss: Jessica Pratt & Carmela Remigio

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“Per ritrovare il filo” è il tema centrale del 46° Festival della Valle d’Itria. Rimodulato in tempi brevi, il progetto artistico dell’edizione 2020 ruota intorno al mito di Arianna visto attraverso le diverse letture che il mondo della musica ha dedicato a questa figura. Fra le più interessanti e originali si colloca Arianna a Nasso di Richard Strauss, titolo di punta del festival proposto nella versione del 1912 e nella nuova traduzione in italiano del libretto di Hugo von Hofmannsthal curata da Quirino Principe con Valeria Zaurino. L’opera in scena dal 21 luglio con repliche domani 24, poi il 26 luglio e il 2 agosto) diretta da Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, con la regia di Walter Pagliaro e un cast di gran pregio in cui spiccano i nomi di Carmela Remigio, Jessica Pratt, Piero Pretti e Vittorio Prato.

Abbiamo approfittato dei giorni di prove per fare una piacevole conversazione proprio con Carmela Remigio e Jessica Pratt, interpreti del titolo straussiano nei ruoli di Arianna e Zerbinetta.  Le due artiste (insieme nella foto di scena) tornano in scena dopo il lungo periodo di silenzio dei mesi scorsi e a entrambe abbiamo chiesto qual è stata la loro prima reazione alla notizia della ripresa dello spettacolo dal vivo e all’invito del Festival della Valle d’Itria per l’allestimento di questo titolo importante.

«Grande felicità», risponde prontamente Carmela Remigio, «perché si apriva uno spiraglio di luce in un momento difficile per tutto il mondo. Noi artisti ci siamo resi conto che il nostro lavoro ha bisogno del contatto fisico, della condivisione della scena, di una sala con il pubblico, di camerini e spazi comuni. E se tutto questo iniziava a ripartire, si doveva partecipare assolutamente a questa… avventura! Il direttore artistico ha chiamato entrambe per chiederci se eravamo disposte a partecipare al festival. Inizialmente non si sapeva bene come si sarebbe svolto, però si doveva dare un segnale forte, anche registrando o dando l’opera in streaming in forma di concerto, ma bisognava ricominciare a fare musica. Sono cambiati i titoli previsti, sostituiti con questo titolo particolare, musicalmente straordinario, senza partecipazione del coro e senza intervallo».

Di fatti sia Il borghese gentiluomo, che ha inaugurato il festival il 14 luglio scorso, sia Arianna a Nasso di Strauss prevedono un organico ristretto, condizione quanto mai adeguata alle attuali esigenze di distanziamento richieste per le esecuzioni dal vivo del cui ritorno è felice anche Jessica Pratt. «Dopo tanti mesi di buio è stato un bel segnale di speranza», dichiara. «Qui a Martina Franca ci sono le condizioni per preparare un’opera, gli spazi sono adeguati; durante i giorni di prova si osservano tutte le precauzioni previste. È quindi una situazione ideale per riprendere a lavorare anche in questo momento in cui l’emergenza non è finita. Personalmente desideravo da tanto tempo debuttare nel ruolo di Zerbinetta», afferma parlando dell’opera, «e avere la possibilità di interpretare il personaggio in questa versione ancora più difficile per me è una grande gioia. La tessitura vocale è più alta, soprattutto nella seconda aria, e molto più impegnativa rispetto alla versione più conosciuta del 1916. Non credo che mi capiterà un’altra possibilità di interpretare questa versione pertanto non potevo rinunciare a un’occasione così unica. E non avendo avuto sei mesi per preparare il ruolo, ma solo tre settimane, per me è una grandissima sfida».

«Il festival ha dovuto cambiare il programma in fretta», interviene Carmela Remigio, «e di conseguenza anche noi abbiamo dovuto studiare in un tempo più limitato. Però ce l’abbiamo messa tutta e ora siamo qua. Questa è una Arianna particolare, un po’ diversa rispetto ad altre versioni conosciute», prosegue la Remigio in merito alle peculiarità interpretative dell’opera e dei due personaggi femminili. «Innanzi tutto è una prima donna che recita il ruolo della prima donna in scena. Dare vita a questa Arianna è molto più difficile di quanto io pensassi. È un’opera complessa, ma anche un po’ giocosa e senza risvolti tragici. L’elemento più interessante è la musica, una sfida anch’essa poiché all’ascolto il suo linguaggio sembra più semplice di quel che realmente è cantandola e studiandola; ritmicamente, interpretativamente e vocalmente noi interpreti siamo spinti verso un modo di cantare quasi al limite dei nostri strumenti. Per il personaggio di Arianna la voce scende fino al sol bemolle sotto il rigo e sale in una tessitura da soprano leggero». E rivolgendosi alla collega aggiunge «“Zerbinetta ha delle difficoltà che solo Jessica Pratt oggi può affrontare con facilità. Io sono molto felice di questo ruolo», continua, «che nutre la mia anima musicale e teatrale». Ma anche la sua curiosità artistica perché Carmela Remigio è sempre alla ricerca di nuovi personaggi da scoprire e da interpretare. «È vero», conferma sorridendo.

L’importanza della sintonia sul palcoscenico e anche fuori dalle scene è un dettaglio non da poco. «Si, permette di sentirti libera, di lasciarti andare perché sai di essere attorniata da persone che ti sostengono», prosegue Jessica Pratt. «Aiuta tantissimo, soprattutto considerate le difficoltà di quest’opera. La musica scritta per Zerbinetta è molto difficile, il personaggio canta sempre in contrappunto con il ritmo e spesso con l’armonia dell’orchestra; è davvero difficilissimo da studiare, da mettere in scena. Dopo tanti anni di belcanto è bello e interessante per me affrontare questa musica. Di Strauss ho cantato i Lieder attraverso i quali conosco il suo stile. Penso che senza l’esperienza dei Lieder non avrei avuto il coraggio di affrontare quest’opera che va studiata tantissimo».

Anche Carmela Remigio condivide appieno il pensiero della collega sulle difficoltà della partitura. Racconta: «Quando ho aperto lo spartito i primi due, tre giorni ho avuto momenti di sgomento. All’ascolto Strauss sembra molto più semplice. Poi noi interpreti ci siamo confrontati e quando abbiamo messo insieme tutti i pezzi e siamo arrivati a comporre la musicalità del ruolo tutto è diventato più chiaro. Si può pensare ad Arianna e Zerbinetta come due facce della stessa donna, l’una triste l’atra più ironica e giocosa – prosegue parlando del suo personaggio. Il carattere di Arianna è ricco di contrasti e rivela tantissimi colori teatrali, psicologici e di conseguenza musicali. Inizialmente mi sono chiesta chi è veramente Arianna. Poi mi son data una risposta, ho trovato il filo. Arianna è un personaggio molto difficile, enigmatico e proprio per questo bellissimo».

Gabriella Fumarola

 

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