Si chiama “Monza music week”. La città si veste a festa per ospitare, nella settimana dal 7 al 13 ottobre, la XXV edizione del Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo. La musica colora e inebria diffusa per vie e angoli del centro cittadino: è nell’assolato e mite pomeriggio di sabato 13 ottobre che si svolge la finale dell’importante competizione che prende il nome da Rina Sala Gallo che, allieva prediletta di Giovanni Anfossi e dedita per l’intera vita all’arte pianistica, organizzò nel 1947 il primo concorso pianistico di Monza in collaborazione con Arturo Benedetti Michelangeli ed altri noti esponenti del mondo musicale italiano. Sede dell’importante occasione il Teatro Manzoni di Monza; ad alternarsi sul palco dinnanzi ad un pubblico nutrito quanto entusiasta, i tre candidati reduci da una lunga settimana di prove. Giunti alla finale dopo aver superato tutte le fasi precedenti sono il russo Igor Andreev, il cinese Lin Ye e il sud coreano Hans H. Suh.
Ad accompagnarli per la prova conclusiva, l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano diretta da Carlo Andrea Oddone. Ognuno dei tre si fa interprete del Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bem. min. op. 23 di Pëtr Il’ič Čajkovskij; a decretare il vincitore la giuria, presieduta da Vladimir Ashkenazy e composta da Akemi Alink, Fabio Bidini, Christopher Oakden, Roberto Prosseda, Bruno Rigutto e Marco Vincenzi. Sono appena trascorse le 16.30, dopo i consueti ringraziamenti è il turno del primo dei finalisti, Hans H. Suh. La sua lettura di Čajkovskij riceverà la menzione della critica; a giudicarla migliore esecuzione per “luminosità timbrica” e per la capacità di cogliere il lato apollineo dell’estetica di Čajkovskij, i musicologi Cesare Fertonani, Enrico Girardi e Luca Ciammarughi. A seguire il secondo finalista, il cinese Lin Ye, ma è il pianista di origine russa Igor Andreev, terzo interprete della serata, a suscitare l’entusiasmo del pubblico in sala. La sua performance, si conclude con applausi scroscianti. Il suo tocco è vigoroso quanto ricco di pathos.
La notevole maturità espressiva si esprime tra un incessante rincorrersi di luci e ombre. Carattere, e passione della sua interpretazione magnetica coinvolge l’orchestra, trascina l’uditorio; il suono legato e morbido, la solidità tecnica e un virtuosismo più che degno della storica scuola russa, si alternano a momenti di profondo intimismo. Di lì a poco sarà lui ad essere decretato vincitore della XXV edizione del Concorso. La magia di tanta partecipazione – fisica ed emotiva – persuade la giuria: Igor Andreev, pianista russo classe 1988, riceve il 1° premio “Città di Monza” del valore di 15.000 euro. Così come conquista il pubblico in sala che con il suo voto lo proclama destinatario della borsa di studio di 2.000 euro offerta dall’Associazione Musicale Rina Sala Gallo. Il 2° premio di 7.500 euro è invece attribuito (da Banco di Desio e della Brianza S.p.A.) al sud coreano, classe 1990, Hans H. Suh e, infine, il 3° premio di 5.000 euro è assegnato dal Rotary Club Monza al pianista cinese, classe 1992, Ye Lin.
«Sono ancora frastornato per rendermi conto di cosi sia successo. È una grande gioia per me ma ancora non riesco a realizzare quanto sia accaduto. In questo momento sento tanto la fatica di essere arrivato fino a qui. Questo concorso è davvero molto impegnativo e le prove sono lunghe e difficili. Si arriva in finale pensando di aver dato già tutto, ma ti aspetta ancora una prova molto complessa. Ho ancora negli occhi le immagini delle prove con l’orchestra, gli ultimi ritocchi sull’interpretazione. Mi godo questi momenti di piena felicità, domani avrò la mente più lucida per comprendere il senso di tutto quello che ho vissuto in questi giorni. Ringrazio tutti gli organizzatori che “mi hanno fatto sentire a casa”», queste le parole di Andreev subito dopo il trionfo monzese.
Mentre così il Presidente di Giuria Vladimir Ashkenazy si esprime nel tracciare un breve bilancio “a caldo” di questa XXV edizione del Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo: «Credo che il livello dei partecipanti sia stato altissimo. È stato davvero impegnativo scegliere tra una rosa di candidati la cui abilità tecnica ed espressiva rivelavano una maturità espressiva incredibile per la loro età. Giovani che hanno saputo confrontarsi con pezzi monumentali del repertorio mostrando grande solidità. Credo che la giuria fosse molto eterogenea e ogni membro abbia messo in campo la propria esperienza e le proprie peculiarità in un contesto di grande collaborazione. È stato un piacere poter lavorare con tutti loro e respirare il calore e l’atmosfera di questi giorni. Ringrazio davvero tutti per l’ottimo lavoro. Sono sicuro che sentiremo presto parlare di questi ragazzi».