“Classici in classe” è la manifestazione organizzata dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Offre alle scuole la possibilità di portare la classica in classe, con tanto di esibizione finale
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti». Così scriveva Italo Calvino nel suo saggio Perché leggere i classici, aggiungendo:
«Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore. Tranne che a scuola: la scuola deve farti conoscere bene o male un certo numero di classici tra i quali (o in riferimento ai quali) tu potrai in seguito riconoscere i “tuoi” classici».
Classici in classe
Al dibattito sulla necessità della presenza della musica classica nelle scuole si è risposto nei modi più svariati. Meritevole, per coscienza metodologica e longevità, è la manifestazione “Classici in classe. Rassegna di musica d’arte delle Scuole in Università”, giunta quest’anno alla sua undicesima edizione.
L’Università in questione è quella di Bologna, il cui Dipartimento delle Arti, guidato con dinamica e autorevole efficacia da Giuseppina La Face, professore ordinario di Pedagogia musicale dell’ateneo, organizza la manifestazione insieme all’Associazione culturale “Il Saggiatore musicale” e alla Rete universitaria per l’Educazione musicale.
«Dal 2008 i “Classici in classe” sono divenuti un appuntamento annuale. Aperto all’intera cittadinanza, ha offerto l’opportunità a diverse formazioni musicali, selezionate tra gli istituti scolastici della città e della provincia, di esibirsi di fronte a un folto pubblico», racconta la musicologa e pianista Anna Scalfaro, che appartiene al gruppo di formatori universitari che si recano nelle scuole.
Educare alla musica
Gli interventi didattici sono necessariamente personalizzati, tenendo conto sia della tipologia di scuola (primaria, secondaria di primo o secondo grado) sia delle esigenze dei docenti nelle varie classi. Si spazia, quindi, dalle consulenze a carattere teorico e metodologico, al lavoro pratico della preparazione dei brani.
Il lavoro di sensibilizzazione riguardo all’importanza dell’educazione musicale ha dato i suoi frutti.
«Nel corso degli anni è cresciuto l’interesse degli insegnanti», spiega Scalfaro. Il concerto conclusivo è sempre seguito da un vasto pubblico, che nelle ultime edizioni ha sfiorato le mille presenze.
Programma
L’appuntamento è per martedì 8 maggio alle ore 20 presso l’Aula Magna dell’Università di Bologna. I giovani esecutori presenteranno brani di Bach, Verdi, Prokof’ev e Brouwer.
«Sono gli alunni stessi a introdurre l’esecuzione dei brani, illustrandone il contesto storico e le caratteristiche salienti. I docenti, dal canto loro, enunciano gli obiettivi perseguiti durante l’anno scolastico», chiarisce Scalfaro. «Si punta così a ricongiungere i due aspetti, spesso separati e invece entrambi essenziali per la formazione culturale del cittadino, del conoscere e del fare musica».
di Pietro Dossena