È il dicembre del 1843 quando Charles Dickens vede pubblicato il suo romanzo breve “A Christmas Carol”. La storia, oggi consolidata nell’immaginario collettivo con i suoi simboli e personaggi archetipici, ha ispirato decine di autori ed è stata declinata in innumerevoli versioni, tra le pagine di libri e fumetti, così come negli universi di cinema, teatro e televisione.
Una di queste, non certamente l’ultima, è quella del 2009, diretta e prodotta da Robert Zemeckis: un “Canto di Natale” in CGI, tecnica che propone la computer grafica in 3D, e realizzato con la performance capture. In poche parole, le interpretazioni di attori che brillano nel firmamento cinematografico viene catturata e riproposta in un’animazione, anello di congiunzione tra film e cartone animato. Spuntano così, tra i colori foschi e oscuri di questa versione, Jim Carrey, nel ruolo di Ebenezer Scrooge e dei fantasmi del Natale, ma anche Gary Oldman, Colin Firth e Bob Hoskins.
Dato il calibro della prestazione attoriale, quella musicale non può essere da meno: pertanto Zemeckis si affida ad Alan Silvestri, compositore dalla filmografia pressoché infinita per generi e vastità. Ad esempio, è sua la colonna sonora della trilogia di “Ritorno al futuro”, diretta appunto dallo stesso Zemeckis.
In un’ora e mezza, l’orchestra di oltre 100 elementi dà vita alla colonna sonora di “A Christmas Carol”, per approdare al tema finale “God Bless Us Everyone”, canzone scritta dallo stesso Silvestri e da Glen Ballard, interpretata da Andrea Bocelli. Proprio lui, declina il brano non solo in inglese, ma anche in italiano e spagnolo, coniugando la magia dell’incontro tra Dickens e Disney senza barriere linguistiche.