Cagliari: la nuova Stagione d’opera e concerti 2018

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In una stretta finale prenatalizia, il Teatro Lirico di Cagliari ha presentato il calendario delle attività per il 2018.

Il cartellone lirico è completo a metà, visto che mancano tutti i cast vocali che saranno annunciati in una prossima conferenza a gennaio, in prossimità del rinnovo abbonamenti: tuttavia, i titoli in programma e la multicolore stagione concertistica bastano da soli per muovere l’interesse e la curiosità.

L’apertura della stagione operistica è dedicata a Ferruccio Busoni e alla sua Turandot, in un apprezzabile sforzo di divulgazione della figura del compositore italiano così sottovalutato in patria. Nella stessa serata anche una più tradizionale Suor Angelica pucciniana; regia, scene, costumi e luci saranno di Denis Krief, in un nuovo allestimento cagliaritano in coproduzione col Teatro del Giglio di Lucca, mentre la direzione orchestrale sarà affidata all’ormai di casa M° Donato Renzetti, che sarà sul podio anche per la seconda opera in programma, la Madama Buttefly.

Per la terza serata di nuovo un dittico: di nuovo un titolo conosciuto e da repertorio in chiusura, in questo caso Cavalleria rusticana, di nuovo qualcosa di meno tradizionale in apertura, ossia Sancta Susanna di Paul Hindemith. Anche la scelta registica è interessante, poiché vedrà coinvolto Gianfranco Cabiddu, reduce dal successo nelle sale cinematografiche con “La stoffa dei sogni”.  A dirigere il tutto il M° Paolo Carignani, protagonista anche della successiva Carmen curata da Stephen Medcalf e Jamie Vartan, mentre con l’autunno tornerà, dopo un’assenza decennale, Il Barbiere di Siviglia, diretto da Gérard Korsten.  Gli ultimi due appuntamenti, graditi dal pubblico, sono quelli che convincono meno: il balletto Lo Schiaccianoci è proposto con regolarità, mentre l’ultima opera, Rigoletto, è addirittura andata in scena questa estate, seppure in una location diversa (ma c’è da dire che probabilmente la direzione del M° Elio Boncompagni varrà da sola il prezzo del biglietto).

Una stagione tutto sommato coraggiosa, che segna un graduale ma progressivo orientamento del Teatro Lirico di Cagliari verso la musica del XX secolo, repertorio che in Italia fa paura un po’ a tutti i Teatri stabili. Il cartellone concertistico rende ancora più evidente questa nuova via, fra tradizione di qualità e caute aperture. Finalmente è stato chiamato Marco Angius, sicuramente oggi uno dei migliori direttori d’orchestra, che il 23 marzo eseguirà Stravinskij (Apollon musagète), Alban Berg ma anche la Suite n. 4 di Čajkovskij; il Quartetto Arditti, il 15 marzo, si sbizzarrirà con Béla Bartók, Takemitsu (A way alone), Ligeti e un poco consueto Toshio Hosokawa (Silent Flowers); la stagione sarà aperta, il 26 gennaio, dalla bacchetta di Donato Renzetti alle prese con un programma incentrato sui grandi compositori statunitensi di inizio Novecento.

Ma anche Sibelius e l’integrale delle su Sinfonie (quest’anno la Prima e la Settima), la commissione di una cantata a Nicola Campogrande, il recital di Alexander Lonquich che eseguirà Schumann, Schubert e Janàček, la messa in scena dell’edizione critica de Il Teuzzone di Antonio Vivaldi, a luglio, in collaborazione con la fondazione Cini (si rimanda al sito del Teatro per un elenco più dettagliato). Un mix che prova a toccare quanti più generi possibili, in conclusione, un tentativo apprezzabile da parte del Teatro Lirico di Cagliari che da un paio d’anni, dopo un periodo non felice, sta finalmente trovando un equilibrio tra esigenze di botteghino e ricerca artistica.

Immagine di copertina: Il barbiere di Siviglia, Ph. Priamo Tolu

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