Il mondo della musica riparte, lentamente con lo sguardo proteso al futuro. Segnali di speranza e di fiducia vengono dalla conferma di eventi che tradizionalmente caratterizzano l’estate musicale italiana. Dopo il lungo silenzio dei mesi scorsi, la musica dal vivo finalmente torna ad animare il Paese, seppure con tutte le limitazioni dettate dal momento difficile. Fra le conferme più attese c’è il Chigiana International Festival & Summer Academy 2020 che si svolgerà a Siena dal 5 luglio al 3 settembre con il titolo Oursounds – Music over the distance.
Coniugando tradizione e innovazione, il festival valorizza la storia prestigiosa della Chigiana e al contempo lancia nuovi messaggi, forse anche nuove sfide sulle modalità di fruizione dell’offerta musicale. È quanto emerge dalla conversazione con Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Chigiana (nella foto), intorno al festival che in questa sesta edizione «unisce la performance dal vivo alla fruizione digitale ai più alti livelli artistici e tecnologici».
Oursounds attraverso tre sezioni diverse propone infatti spettacoli e concerti live, musica in modalità digitale e un progetto internazionale dedicato alle composizioni ispirate dal particolare momento storico. «Fare una edizione ridotta non avrebbe avuto senso», afferma Sani, «anche perché fin dall’inizio della pandemia abbiamo dichiarato che avremmo fatto il festival, che ci sarebbe stata l’estate chigiana e che avremmo tenuto i corsi. Non avremmo mai voluto realizzare una versione in miniatura del progetto originario perché sarebbe stato uno sbaglio. Abbiamo realizzato una cosa diversa».
Durante il lockdown non si poteva prevedere cosa sarebbe accaduto a breve termine, e gli eventi cancellati sono tanti. «Noi avevamo lasciato uno spazio dedicato alla dimensione live del festival per progettare eventi nel caso ci fossero state le condizioni e questa possibilità si è concretizzata proprio nelle ultime settimane. La dimensione live si basa su progetti originali e, in analogia con la tradizione, conferma Oursounds un festival di produzione, a cominciare dallo spettacolo inaugurale Io ho un sogno su testi di Luis Sepulveda e con la regia di Alessio Pizzech».
Nuovo punto di forza di Oursounds è il Chigiana Operalab, un progetto che «anche se non corrisponde all’idea originaria, con Daniele Gatti abbiamo pensato di far decollare comunque proponendo La serva padrona di Pergolesi in forma di concerto».
E anche qualora non fosse stato possibile realizzare una dimensione live, «ci sarebbe stato un festival digitale aprendo l’archivio multimediale della Chigiana, cosa mai successa prima d’ora», ribadisce Sani. «L’archivio, dichiarato dal Mibact ‘di notevole interesse culturale’, conserva perle musicali straordinarie. Abbiamo pensato di non lasciarle impolverare e attraverso il festival online renderle spettacolo fruibile al mondo. Gli archivi sono elementi di incentivazione alla nuova creazione e alla produzione. Ed è quanto abbiamo inteso realizzare con Oursounds, i nostri suoni, ovvero restituire al mondo quel che ci è stato tolto con la frattura causata dalla pandemia. Evento traumatico per la cultura, lo spettacolo e la musica in particolare». E proprio con Beyond the silence – musica al tempo della pandemia, il festival mette a fuoco «quel tempo sospeso che apparentemente è sembrato un grande silenzio ma a ben vedere ha avuto una sua forma di creatività. Compositori, musicisti chiusi nei loro studi e influenzati da quanto stava accadendo, hanno creato opere che ora presentiamo su un palcoscenico virtuale utilizzando la webradio del festival ChigianaRadioArte». Si darà spazio a quanti stanno rispondendo all’invito dell’accademia, primo fra tutti Ryuichi Sakamoto e altri, e «sarà interessante ascoltare ciò che è stato prodotto in questo momento terribile, capire come hanno reagito musicisti e compositori e quale impatto ha avuto questo dramma nella creazione musicale e sonora».
Alla domanda qual è lo spettacolo che scatta la foto reale del momento difficile che stiamo vivendo, Nicola Sani non ha dubbi e risponde: «Io ho un sogno. Tramite i testi di Sepulveda si veicolano temi importanti che vanno dalla resistenza culturale e umana alla condivisione di un percorso unico di aspirazione alla libertà e a un senso di giustizia sociale dove solo la cultura può redimere e costituire un elemento di progressiva presa di coscienza individuale. Con la scomparsa di Sepulveda rendiamo omaggio ai tanti uomini di cultura, arte, musica e spettacolo testimoni del nostro tempo e vittime del coronavirus».
Difficile dire cosa trarremo da questa durissima esperienza ma una riflessione è necessaria. «Gli aspetti negativi sono stati tanti», dice Sani. «Molti hanno dovuto interrompere la propria attività e questa interruzione ha messo a nudo la fragilità e l’impreparazione del sistema culturale e del mondo dello spettacolo che in molti casi non ha difese».
La scossa originata dalla pandemia ha messo in luce un sistema un po’ stantio e questa esperienza «ha fatto riflettere sulla necessità di ripensare ad una disarticolazione e ad una maggiore diversificazione dell’offerta musicale. Di positivo c’è che questa emergenza ha costretto coloro che credono nella innovazione tecnologica ad accelerare questo percorso creando una sorta di cortocircuito virtuoso per cui soluzioni pensate per il futuro sono state sperimentate e messe immediatamente in atto. Questo è stato possibile per l’Accademia Chigiana, prima in Italia a presentare da marzo a giugno una stagione di concerti in streaming che ha viaggiato in tutto il mondo, oltre a mettere a punto l’attività di e-learning per l’alta formazione online che consentisse di lavorare a distanza con altissima qualità del suono digitale».
Info: chigiana.it
Gabriella Fumarola