Per i suoi vent’anni il Teatro Nuovo Giovanni da Udine ha regalato a sé e all’affezionato pubblico un’ouverture di stagione musicale esclusiva, con l’unica data italiana della BBC Scottish Symphony Orchestra. A dirigerla la bacchetta fluttuante Thomas Dausgaard, ospite l’archetto brillante Nikolaj Znaider con il suo Guarnieri del Gesù già appartenuto al grande Fritz Kreisler. Pubblico delle grandi occasioni, per un avvenimento impreziosito da due mostre: “Strumenti e pennelli al tempo di Giovanni da Udine” e “Udine, la città dei teatri”, tra gli eventi correlati al ventennale del Teatro friulano.
Piace ricordare il concerto iniziando dall’ultimo bis, quando l’orchestra – tolta tutta la compostezza per l’esecuzione di un programma certo impegnativo, incitata da Dausgaard –, ha attaccato un brano per orchestra sinfonica dal patrimonio popolare scozzese, ballando e suonando aizzati dai battimani del pubblico. Una meraviglia, per un interessante progetto dal titolo “Scottish Inspirations” che vede la compagine scozzese divulgare la loro musica di tradizione, invitando compositori contemporanei a scriverne di nuova, ispirati da temi per loro immortali e di sicura presa. Così è stato, e molto ben eseguito, come il bis precedente, la Decima Variazione Enigma di Elgar, compositore del Regno Unito.
Finale esplosivo dunque, per un concerto impegnato e impegnativo, iniziato con i Quattro Interludi Marini da Peter Grimes di Benjamin Britten, un altro autore inglese, favolistici e inquietanti. Diretti ed eseguiti con una cura dinamica certosina, sfruttando tutti i timbri e le sfumature delle sezioni, il mantenimento costante dell’insieme in uno stato di semi-tensione d’effetto, ha funzionato nella resa, ed è sfociato in tutta la sua violenza sonora nel quadro finale. Storm, un presto con fuoco particolarmente apprezzato.
L’ingresso del talento violinistico danese, classe 1975, Nikolaj Znaider, tra i più brillanti della sua generazione, ha introdotto il pubblico nell’atmosfera brahmsiana del Concerto per violino e orchestra in re maggiore. Nonostante il solista si sia dimostrato infastidito dalla troppa luce che gli calava negli occhi, non ha mai titubato, interpretando con grande fervore e al tempo stesso controllo l’impegnativo lavoro del tedesco, guardando spesso con una complicità rara il direttore e amico Dausgaard, che plasmava l’orchestra in funzione delle ricche intenzioni di Znaider. Un’esecuzione di indubbio livello. In particolare è stata superba la cadenza al primo tempo, quanto l’ultimo movimento nella sua triplice forma a mostrarne il personale carattere esecutivo. Il suo bis è stato un luminoso Bach, con il Largo dalla Sonata per violino solo n. 3.
A seguire Mendelssohn e la Sinfonia n. 3 in la minore. La “Scozzese”, per un concerto dove il gusto nazionale dell’orchestra si è dimostrato con chiarezza, e con piacere. Dallo struggente Andante con moto d’inizio, ispirato alla visione della cappella in rovine dove fu incoronata Maria Stuarda, all’Allegro maestoso assai del finale, nei quattro tempi eseguiti senza interruzioni, come raccomandava lo stesso Mendelssohn, questo capolavoro dove il folklore scozzese si mimetizza nel linguaggio inimitabile del maestro di Amburgo, è stato reso per intero in tutta la sua mutevolezza. Dalla scrittura colta, all’estrosità ritmica, al sapore popolare, ai temi innodici, ai recitati sonori, con una direzione a memoria, Thomas Dausgaard ancora una volta è stato guida impeccabile di un’orchestra altrettanto grandiosa.
Immagine di copertina: Nikolaj Znaider