Assenza Spettacolare: lavoratori della musica e del teatro in piazza in tutta Italia

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«Che il ministro rialzi i teatri». È il titolo dell’articolo di fondo sulla prima pagina di qualche giornale di questi giorni? No, sono parole di Giuseppe Verdi, che stupiscono per la loro profonda attualità. Attraverso i secoli, questo appello lapidario del maestro «che pianse ed amò per tutti» dà oggi voce alle istanze dei lavoratori dello spettacolo: categoria messa in ginocchio, che ormai al limite della sussistenza è destinata quasi all’estinzione.

Sono passati 20 giorni da quando a Milano, in Piazza del Duomo, i lavoratori dello spettacolo si sono riuniti a centinaia dando vita a un flashmob-performance per chiedere provvedimenti immediati affinché la macchina produttiva artistica fosse tutelata, concretamente. Ma, alla luce degli inattesi risvolti del DPCM del 25 ottobre scorso, con la chiusura di cinema teatri e sale da concerto, la presenza dei “bauli in piazza” non ha ottenuto l’effetto sperato.

Gli sforzi compiuti durante l’estate sembrano essere stati vanificati con disarmante leggerezza. L’amarezza è tanta. L’intermittente ripresa delle attività, che pareva quasi essere premessa di una nuova normalità, si è trasformata in un sogno interrotto sul più bello.

Il Governo, nella convinzione che i luoghi dello spettacolo potenzialmente non siano Covid free – a dispetto della ormai nota inchiesta dell’Agis che rileva tutto il contrario – e reputando la chiusura di teatri, cinema e sale da concerto una scelta «grave ma necessaria», ha deluso le speranze e le attese di migliaia di lavoratori, delle istituzioni a essi legati e di tutti quelli che raccontano questo universo oppure ne fruiscono. Così, quegli artisti, che prima dell’era Covid erano considerati tra i vanti dell’Italia, adesso vengono tenuti a latere della vita sociale, in quanto “superflui”. E vivono nel frattempo in condizioni di sempre più allarmante precarietà.

In gioco la dignità, del lavoro e delle persone; in gioco il futuro della cultura del nostro Paese.

Mentre soffiano venti avversi e la tempesta infuria, tante e autorevoli voci si sono levate a sostegno della causa degli artisti italiani. Ma non è bastato.

Ecco perché oggi, venerdì 30 ottobre i lavoratori italiani dello spettacolo scendono in piazza, ancora una volta. In piazza in tutta Italia, per chiedere al Governo di ripristinare l’operatività del loro settore prima che la situazione sia difficilmente recuperabile.

Si chiama Assenza Spettacolare l’iniziativa lanciata a livello nazionale da SLC-CGILFISTEL-CISLUILCOM-UIL, che hanno dichiarato: «Il comparto ha la necessità di essere sostenuto, per avere una reale ripartenza e una prospettiva futura. Nel frattempo, è necessario garantire un sostegno certo ai lavoratori. In troppi non hanno ancora ricevuto le indennità promesse».

Le città interessate sono: Trento (ore 10, Via S.Croce); Torino (ore 10, Piazza Castello); Milano (ore 10, Piazza della Scala); Venezia (ore 10:30, Palazzo Ferro Fini); Trieste (ore 10:30, Piazza Unità); Bologna (ore 10, Piazza Roosevelt); Firenze (ore 10, Piazza SS. Annunziata); Roma (ore 10, Piazza di Montecitorio); Perugia (ore 10, Piazza Italia); Ancona (ore 10:30, Piazza del Plebiscito); Pescara (ore 16, Piazza Salotto); Cagliari (ore 9:30, Piazza Palazzo); Napoli (ore 10, Piazza del Gesù); Bari (ore 10:30, Piazza Prefettura); Palermo (ore 10, Piazza Verdi); Catania (ore 9:30, Piazza Università).

Gli artisti, dunque, non si arrendono. Perché, come dicevano i Latini, «dum spiro, spero».

 

Attilio Cantore

 

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