Antonia Valente, insieme a Massimo Felici, dirige il Festival “Ritratti” a Monopoli. Qui un focus sulla nuova edizione.
Concluso l’anno accademico a Madrid, faccio le valigie e mi preparo all’estate musicale di Ritratti, il Festival che ho ideato insieme a Massimo Felici e che dirigo dal 2005. Sarà un’estate felicemente multidisciplinare con concerti, laboratori, installazioni nella mia città, Monopoli.
Cabaret Songs
Era da tempo che volevo concentrarmi su un programma dedicato alle Cabaret Songs in diverse lingue. Ha accettato il mio invito entusiasta la bravissima Manuela Custer. Ci sarà anche Enrico Bronzi, che dopo un concerto con il Trio di Parma lo scorso anno, torna per una residenza a suonare, con l’Ensemble di Ritratti, Metamorphosen di Strauss nella versione per 7 archi, e quel gioiello del Sestetto op. 36 di Brahms.
Ritratti da quest’anno è anche la firma apportata a un nuovo progetto, Grandi interpreti al Radar, inaugurato a gennaio da Beatrice Rana e da Benedetto Lupo, che proseguirà a dicembre con Brad Mehldau.
Martina Franca
Quindici anni fa, la città in cui sono nata era un posto molto diverso; la Puglia in generale lo era. Erano luoghi lontani da tutto. Periferia non culturale, perché il fermento, la coscienza e la creatività non sono mai mancati, soprattutto nella mia generazione, ma periferia meramente geografica. Per ascoltare i grandi solisti, bisognava viaggiare; per ascoltare un’opera, ancor più, fatta eccezione per Martina Franca. Proprio lì, un giorno di 7 anni fa, di passaggio chiamata a suonare Debussy, il direttore artistico del Festival della Valle d’Itria decise di scommettere su di me, di farmi restare lì per anni come pianista collaboratore in provetta e mi autorizzò a realizzare alcuni azzardati programmi musicali. Fu una palestra straordinaria, della quale sarò sempre grata.
La prima edizione
Mentre le mie estati si dividevano tra Martina Franca e Monopoli, con alcune divertenti intersezioni come una Incoronazione di Poppea portata a Ritratti, la Puglia cambiava profondamente. In una Regione che oggi pulsa viva grazie anche al Petruzzelli riaperto e a realtà più recenti, volgo lo sguardo alle avventure un po’ folli intraprese quando, allieva quasi ventenne di Conservatorio, portai a termine con alcuni colleghi la prima edizione, in un afoso fine agosto: non avevamo un Teatro, restituito dopo 60 anni alla città solo di recente, il Conservatorio non aveva un auditorium!
Il disco
Io e Felici scrivevamo pagine di programmi che, a sfogliarli oggi, leggo nate da una passione che continua ad ispirarmi: ne è nato anche un disco, “Mauro Giuliani, Rarities and masterpieces”, (5 stelle Amadeus nel 2015), monografia – in pieno stile Ritratti, che combina organici a “geometria variabile“. Se guardo indietro, mi rendo conto di cosa abbiamo fatto da soli, mi riempio di ottimismo, ora che siamo circondati da molto affetto, vera risorsa a sostegno dei nostri progetti.
Mi piace pensare che Ritratti sia un festival fondato sulle persone. Un’opera voluta, cercata, che è diventata anche una creatura indipendente, con i suoi spazi di sorpresa dovuti a fattori imprevedibili, primo fra tutti il suo pubblico. L’edizione estiva 2019 è pronta, questa è l’ora del fattore incognito, il momento in cui il disegno si anima, il cerchio magico in cui si tirano i dadi e suoni e persone iniziano a muoversi nella loro multiforme varietà. Sta per iniziare Ritratti.
Antonia Valente
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