Al via il Roma Festival Barocco con l’Ensemble Festina Lente

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Il grande semiologo della cultura, Omar Calabrese, ha definito le dinamiche del mondo contemporaneo come “età neobarocca”. Un ritorno inatteso “nella ricerca di forme –e nella loro valorizzazione- in cui assistiamo alla perdita dell’interezza, della globalità, della sistematicità ordinata in cambio dell’instabilità, della polidimensionalità, della mutevolezza”.

Un gusto dell’eccesso e della ricerca del limite messo in moto dalla globalizzazione, un fascino del caotico e dell’impermanenza stimolato dalla compresenza di altri sistemi culturali; ma anche l’affannosa ricerca di una convivenza capace di garantire la compatibilità simbolica delle differenze. In questo percorso sperimentale di contraddizioni e di crisi l’età neobarocca evoca e riscopre un passato analogo di suggestioni musicali e di pratiche rituali, in cui ritrovare intuizioni del sublime e modelli di convivenza sociale, proprio nel momento in cui la vita esercita le sue pressioni sul pensiero razionale.

La proposta di quest’anno è una sorta di viaggio rituale nel tempo: quanto di barocco c’è ancora nel nostro modo di vivere, nel nostro disordine del mondo, nella nostra pluriculturalità malata, nella nostra impensabile “condizione postmoderna”? E soprattutto: questa musica, intesa nello stesso tempo come liturgia extraquotidiana e come simbolismo forte, riesce ancora ad evocare la grande ritualità corale del XVII secolo e la sua armonica convivenza delle diversità? Dopo tutto solo i grandi rituali collettivi e le produzioni artistiche riescono a “mettere in mostra” i veri problemi del nostro tempo, e il gusto di provare a risolverli, anche indicando prospettive che solo la precarietà del presente ci fa percepire come utopiche. Un’età neobarocca che non può esistere senza “Roma” barocca. Il viaggio proposto, di andata e ritorno, è un vero e proprio rituale di una cittadinanza in cammino.

Il 18 novembre dunque, nella Basilica di Sant’Apollinare, a pochi passi da piazza Navona, simbolo del più bel Barocco romano, si apre il Roma Festival Barocco. Con un regalo: un Vespro solenne del seicento a 8 voci e strumenti, mai eseguito prima d’ora in tempi moderni (Ingresso libero fino ad esaurimento posti). Suona l’Ensemble Festina Lente.

Molte le performance di rilievo: il controtenore Raffaele Pe con l’ensemble la Lira di Orfeo, proporranno al pubblico I Sacri Concerti di Alessandro Scarlatti, il 21 dicembre nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi. Prestigiosa la presenza del maestro olandese Ton Koopmann che suonerà per la prima volta a Roma su un organo originale del Seicento perfettamente conservato nel suo originario splendore fonico (il 13 dicembre nella Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini).

Il 24 novembre, al Conservatorio di Santa Cecilia, l’esecuzione di due Intermezzi napoletani (Leonardo Vinci: Erighetta e Don Chilone; Domenico Sarro: Eurilla e Betramme), anch’essi inediti per le orecchie contemporanee, affidata all’Orchestra Barocca dei Conservatori Italiani, diretta da Antonio Florio, profondo conoscitore della musica colta napoletana del XVII e XVIII secolo.

Infine, come consuetudine, a completare la ricca proposta musicale di un festival unico nel suo genere, i progetti dedicati a Giovanni Pierluigi da Palestrina (Messa Laudate Dominum a 8 voci), le Sonate inedite del violinista romano Carlo Mannelli e le Cantate di area romana e napoletana.

La realizzazione della prima edizione del Festival del Clavicembalo, che si svolgerà in contemporanea in alcune residenze nobiliari dei Castelli Romani, arricchisce ulteriormente questo viaggio nelle antiche sonorità sacre che è anche un percorso visivo straordinario in alcuni tra i luoghi più suggestivi dell’architettura barocca del nostro Paese.

Info: romafestivalbarocco.it

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