“La migliore orchestra da camera del mondo”, così è definita dalla BBC Two Television e non solo, la Chamber Orchestra of Europe. Compagine orchestrale fondata nel 1981 da un gruppo di musicisti provenienti dalla European Union Youth Orchestra accomunati dal desiderio di continuare nella professione a livello più elevato possibile. Diciotto di loro ancora fanno parte dell’attuale nucleo principale dell’orchestra, costituita da circa sessanta membri. La Chamber Orchestra of Europe vanta una collaborazione particolare con il Maestro Claudio Abbado negli ultimi anni della sua vita, e con celebri bacchette tra cui Bernard Haitink, Nikolaus Harnoncourt, Vladimir Jurowski, Yannick Nézet-Séguin e András Schiff. E si esibisce con molti dei più noti solisti a livello internazionale, quali Joshua Bell, Renaud e Gautier Capuçon, Isabelle Faust, Janine Jansen, Leonidas Kavakos, Radu Lupu, Maria João Pires, Rolando Villazon.
Quattro sono state, in questo mese di novembre 2018, le date dell’Italian tour della Chamber Orchestra of Europe: il 9 al Teatro Comunale di Vicenza, il 10 al Teatro Valli di Reggio Emila, l’11 al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara e il 12 al Teatro Comunale di Vicenza. In programma il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Antonín Dvorák, con Nikolaj Szeps-Znaider in veste di violino solista e direttore. Il musicista danese – di origini polacco-israeliane – Znaider, eccezionalmente sul podio a causa dell’improvviso infortunio che ha visto costretto alla rinuncia Andrés Orozco-Estrada, ha dato saggio di estrema versatilità e magistralmente guidato l’ensemble. Un Teatro Valli dal pubblico caloroso ha accolto la seconda data del tour. Sulle note del violino Kreisler Guarneri del Gesù del 1741 nelle mani di Znaider, le pagine del celebre capolavoro beethoveniano hanno visto una luce di una brillantezza particolare. Il suono sgranato e centrato, la precisione tecnica e un’interpretazione pulita hanno entusiasmato e convinto.
Un violinismo carismatico, elegante e lontano da eccessi, il suo. Il timbro morbido unito al piglio deciso e la notevole padronanza tecnica ed espressiva confermano Znaider uno dei maggiori interpreti dei nostri tempi. Il suono dell’orchestra è rotondo, compatto. I dialoghi tra le sezioni evidenziano un’intesa fuori dal comune nonostante, per sua natura, la COE veda frequentemente in organico un alternarsi di differenti musicisti, rigorosamente provenienti dalle più blasonate orchestre europee. Le voci si alternano chiare, si inseguono sinuose, coinvolgono, trascinano. Confermano una “capacità di ascolto” interna e un “far musica” quasi cameristico, nota distintiva dell’ensemble. Nella Settima Sinfonia di Dvorák, giudicata emozionalmente turbolenta e considerata la composizione più romantica che il compositore boemo scrisse, emerge il carattere folklorico – proprio di un vero culto del canto popolare – del suo linguaggio, unito a momenti di grande energia e tensione drammatica.
La lettura di queste pagine che, nell’esecuzione londinese da egli stesso diretta nel 1885 procurarono al compositore successo immediato, rende fedelmente la ricchezza di colori di una tavolozza fatta di contrasti: di temi gioiosi e danzanti che improvvisamente lasciano spazio ad attimi di profondo lirismo. Cronaca di un successo annunciato. E confermato. In attesa del prossimo appuntamento della COE a Reggio Emilia previsto per il 29 maggio 2019, data in cui tornerà diretta da Sir Antonio Pappano con solista la violinista Janine Jansen.