Dall’otto al ventiquattro giugno 2018 il festival musicale di Potsdam propone la sua ventisettesima edizione nella cornice di uno dei posti più magici e caratterizzanti di Berlino e dintorni: il palazzo e i giardini di Sanssouci. Nella residenza rococò voluta da Federico II si alterneranno artisti provenienti da più di trenta paesi diversi per dare suono alla pluralità del tema di questa edizione: “Europa- Sharing heritage”.
Nel ricordo dell’atmosfera cosmopolita che si respirava a Sanssouci ai tempi della regina Sophie Charlotte si situa anche il concerto di domenica 10 giugno “Europäer am Preussenhof- Europei alla corte prussiana” nel quale Dorothee Oberlinger propone assieme al suo Ensemble 1700 un programma che va dal barocco fino alla prima esecuzione assoluta di “Je commence par déclarer”, composizione per violino e flauto dolce con una parte vocale per entrambi gli interpreti dell’italiano Simone Fontanelli, intervistato per l’occasione.
Protagonista della composizione di Fontanelli, richiesta personalmente da Dorothee Oberlinger -futura direttrice artistica del festival- è la filosofia e la riflessione sulla vita, le sensazioni, la società, che Giacomo Casanova esprime nella sua autobiografia Histoire de ma vie. Pagine dalle quali provengono le citazioni nel brano. I due strumentisti, infatti, si alternano nel suonare e recitare frasi appositamente selezionate che rispecchiano le esperienze individuali di Casanova, ma, come sottolinea Fontanelli, allo stesso tempo hanno anche un valore universale: «Non mi interessava la descrizione di quello che succedeva o che Casanova vedeva, ma avere dalle sue parole quelle che sono delle affermazioni che vanno a fondo di un determinato concetto, ciò che, più profondamente poetico, è valido sempre. Casanova non era solo il personaggio che comodamente o maliziosamente si tende a pensare oggi. Era innanzitutto un uomo di elevatissima cultura che ha viaggiato tantissimo e sapeva osservare una società che sarebbe crollata completamente con la rivoluzione francese. La frase finale, ad esempio, in cui dice ‹l’uomo è un animale che può essere indottrinato solo dalla più brutale esperienza e per questo vivrà sempre nel disordine e nell’ignoranza› è una constatazione sempre valida, di aspetto filosofico.»
“Je commence par déclarer” non solo è dedicata a Dorothee Oberlinger e Dmitry Sinkovsky, ma trova la sua origine proprio nella collaborazione di Fontanelli con questi due grandi artisti: «Sapendo che accanto a Dorothee avrebbe collaborato anche Dmitry Sinkovsky, violinista e controtenore, ho pensato di comporre un brano che coinvolgesse in maniera diversa gli esecutori. Quindi che entrambi potessero cantare e suonare, giocando con il materiale in modo che questo risultasse possibile e considerando anche le personalità di entrambi.»
La musica segue, approfondisce, completa e amplifica il senso delle parole citate, offrendo all’ascoltatore una particolare forma di dialogo e duetto: «La musica italiana è teatro. Anche quando non lo pensiamo, noi italiani scriviamo teatralmente. Anche una sonata di Scarlatti ad esempio è una scena teatrale. Quindi ho lasciato che il materiale andasse seguendo questa teatralità, non necessariamente pensando a delle scene o situazioni specifiche. Inoltre quello che fanno i due interpreti va al di là dell’eseguire. Volevo pormi questa sfida di uscire dalla consuetudine della formazione ‘cantante-esecutore-narratore’ come ruoli separati e portare gli esecutori su un piano più complesso di diversi modi d’essere, di comunicare, in cui parlano con i suoni e anche con le parole, elevandosi dal comune ruolo di esecutore.»
Dopo i Musikfestspiele di Potsdam, “Je commence par déclarer” tornerà a Berlino il 25 novembre durante i “Barocktage” alla Staatsoper Unter den Linden, sempre con Dorothee Oberlinger e Dmitry Sinkovsky, in un concerto dedicato all’Italia di Monteverdi che riunisce compositori barocchi e musica contemporanea. La prossima composizione di Simone Fontanelli invece, un concerto per clarinetto e grande ensemble, debutterà il 16 settembre prossimo alla Staatskapelle di Dresden con il solista Robert Oberaigner in un concerto monografico interamente dedicato all’occasione.
Immagine di copertina: Simone Fontanelli, Ph. Giancarlo Rado