Pubblichiamo di seguito un contributo che proviene dalla redazione di Tell me Chigiana, workshop di critica musicale attivato all’Accademia Chigiana di Siena e coordinato da Massimiliano Coviello e Stefano Jacoviello, che grazie al lavoro di giovani in residenza intende raccontare il Chigiana International Festival and Summer Academy 2018.
Anche quest’anno è sbocciato il dialogo fecondo tra l’Accademia Chigiana e la Siena Jazz University in un concerto per il #ChigianaFest, tenutosi il 3 agosto nella Chiesa di Sant’Agostino. L’incontro tra le due istituzioni musicali cardine del panorama senese prosegue ormai dal 2015 e, ad un anno esatto dall’esecuzione di In C di Terry Riley, si rinnova in un concerto interamente dedicato ai ritmi americani di Leonard Bernstein e George Gershwin. Un’occasione preziosa per i ragazzi del Chigiana Percussion Ensemble del M° Antonio Caggiano, la Siena Jazz University Orchestra e l’Orchestra dei Conservatori della Toscana per arricchire il loro lessico musicale ed esibirsi con solisti quali David Krakauer e Giuseppe Ettorre.
Questo percorso nella contaminazione tra linguaggi musicali e pronunce differenti comincia con le Symphonic Dances from West Side Story del 1961, sotto la direzione del M° Tonino Battista. Il jazz “scritto” di Leonard Bernstein coinvolge intensamente i giovani musicisti dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Rinaldo Franci”, dell’Orchestra Toscana del conservatorio Cherubini di Firenze e degli Istituti Superiori di Livorno e Lucca che si sono cimentati nella varietà di ritmi dei nove momenti della suite orchestrale. Swing, mambo, cha-cha ma anche frangenti più cantabili: il lavoro svolto e l’intesa musicale che s’è creata in breve tempo in una formazione pur così eterogenea restituisce con brillantezza i vari “moods” che si trasformano continuamente lungo le scene estratte dal musical West Side Story. Dagli schiocchi di dita, dagli sguardi complici e dal gesto dei musicisti che quasi si tramuta in ballo traspare tutta la passione di chi si inoltra in territori linguistici nuovi, non necessariamente previsti nella propria formazione, e li restituisce al pubblico con spontanea e rinnovata energia.
La precisione degli incastri e l’impasto tra i timbri prosegue nell’esecuzione dei Prelude, Fugue and Riffs. Il susseguirsi senza soluzione di continuità dei tre movimenti vede l’alternarsi delle sezioni nella frenesia sempre misurata della partitura di Bernstein: dal preludio degli ottoni alla fuga dei sassofoni si giunge in crescendo ai “riffs” che coinvolgono tutto l’organico, introdotti dal clarinetto di David Krakauer. Docente di Clarinetto Klezmer e Improvvisazione ai corsi estivi dell’Accademia Chigiana dal 2016, Krakauer da sempre si fa promotore di un’esplorazione e una contaminazione musicale che supera le barriere culturali e le differenze tra lessici musicali differenti.
Quest’idea di musica condivisa, di incontro col diverso che arricchisce e apre orizzonti di senso viene sottolineata dalle parole di Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia, Franco Caroni, direttore artistico di Siena Jazz, e Luciano Tristaino, direttore dell’ISSM R. Franci di Siena, che dal 2016 hanno unito le loro forze per dare vita al Polo Musicale Senese. “Siena suona bene, Siena suona giovane!”: è questo lo slogan lanciato da Nicola Sani durante la serata. Allievi provenienti da tutto il mondo trovano a Siena la possibilità di vivere la musica, di professionalizzarsi e di interagire con stimoli culturali sempre nuovi. Siena capitale della musica: di giorno lezioni, seminari e masterclasses di alto livello; di notte i numerosi concerti in tutta la città, tra le vie, le piazze e i teatri.
L’itinerario sonoro, che gradualmente si è allontanato dalla musica “da leggere” per approdare a spazi più propriamente improvvisativi, si è concluso con i tre Preludes di George Gershwin intervallati a tre celebri songs che narrano l’amore: “Our love is here to stay”, “I Loves You, Porgy” dal musical Porgy and Bess e “The man I love”, in una curiosa versione latin. Ri-arrangiati per l’occasione dal M° Roberto Spadoni (qui anche in veste di direttore) e dai suoi allievi Gabriele Mastropasqua, Giuliano Teofrasto e Riccardo Tonello per orchestra jazz, cantanti e soli. Il mosaico di ritmi del Novecento, a cavallo tra classica e jazz, si chiude con l’entusiasmo del pubblico per le improvvisazioni dei docenti di Siena Jazz Achille Succi (sax e clarinetto basso) e Giovanni Falzone (tromba).
Testo a cura di Ilaria Rossi; foto di Roberto Testi