Accademia Chigiana: a San Galgano viaggio notturno da Perotinus a Pärt

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Pubblichiamo di seguito un contributo che proviene dalla redazione di Tell me Chigiana, workshop di critica musicale attivato all’Accademia Chigiana di Siena e coordinato da Massimiliano Coviello e Stefano Jacoviello, che grazie al lavoro di giovani in residenza intende raccontare il Chigiana International Festival and Summer Academy 2018.

Il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini, nato nel 2016 dalla stretta collaborazione tra l’Accademia Chigiana e l’Opera della Metropolitana del Duomo, è già una prestigiosa realtà vocale. Il suo organico raccoglie oggi circa sessanta cantori di diversa nazionalità.

Il coro si è esibito a più riprese nelle prime due settimane del Chigiana International Festival 2018 #SoundingTimes, con un repertorio di opere estremamente impegnative come Stimmung di Karlheinz Stockhausen (8 luglio, Chiesa di Sant’Agostino), la Messa di Requiem di Ildebrando Pizzetti e la Messa per doppio coro di Frank Martin (11 luglio, Basilica dei Servi). Ma il Coro è stato anche “strumento” del Corso di Direzione Corale, offrendo agli allievi la rara occasione di poter lavorare intensivamente per due settimane con un ensemble in residence. Un ensemble inclusivo: abbiamo visto più volte i direttori inserirsi fra le file dei cantori, per poter sperimentare alternativamente le due prospettive.

L’ultimo concerto della formazione vocale, intitolato “A riveder le stelle”, si è tenuto domenica 16 luglio nella magnifica Abbazia di San Galgano. Per questa occasione speciale il M° Lorenzo Donati ha voluto aprire nel programma alcuni scorci dell’ampio panorama musicale affrontato durante questa esperienza Chigiana, in un vero e proprio spettacolo di mistero, luce e suono. Il viaggio tra le stelle ha preso avvio tra le melodie di Tiekreis di Stockhausen eseguite al sassofono solo da Giovanni Nardi che, in alcuni dei brani successivi ha aggiunto la voce del suo strumento all’intreccio del coro improvvisando. Tierkreis si compone di dodici brani, ciascuno dedicato ad un segno zodiacale. Dopo aver disegnato con le note del sax soprano le prime tre costellazioni è calata la luce, e dal fondo dell’Abbazia si è levato il canto O stelle coruscantes di Claudio Monteverdi che ha pervaso la navata centrale gremita di ascoltatori. Finito il brano i cantori hanno circondato il pubblico e sulle note di Parce mihi Domine di Cristóbal de Morales hanno dialogato con il sassofono, creando piccole incandescenze sonore.

A seguire, un’altra triade zodiacale illustrata dalle melodie di Nardi ha fatto muovere gli sguardi degli spettatori verso le volte della navata laterale dove il coro ha eseguito Sfogava con le stelle, una “riscrittura” di Lorenzo Donati in omaggio a Monteverdi, e Stars di Ērik Ešenvalds, accompagnato dal suono dei bicchieri di cristallo che rifrangevano il prisma delle voci. Il programma è proseguito con l’originale madrigale monteverdiano, e con Morning Star di Arvo Pärt.

Il viaggio tra gli astri si è concluso con l’esecuzione di Beata Viscera di Perotinus. Il brano medioevale, in cui la melodia eseguita dalle voci femminili si muoveva sopra un bordone di armonici affidato agli uomini, ha incontrato le modernissime sonorità del sassofono trasportando gli ascoltatori in una dimensione intrisa di magia. Come un sipario, al termine del brano, è calata l’ombra sull’ensemble lasciando le sole silhouette in controluce a fare da sfondo alla sola voce strumentale di Nardi. Il canto del sassofono si è ridotto nel silenzio, rotto dal fragoroso applauso del pubblico incantato dalla performance.

Muovendosi lungo i punti cardinali che ancora orientano le rovine dell’abbazia, le voci del coro e del sassofono si sono innalzate verso la volta celeste e ci hanno guidato nella ricerca dei tesori di un tempo antico, scandito dal suono, custode della memoria.

Testo a cura di Alba Cacchiani; foto di Roberto Testi e Carlo Mezzalira

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