Udine: applausi per il Nabucco di Verdi dedicato a Simona Morresi

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È stata dedicata alla costumista Simona Morresi la rappresentazione al Teatro Nuovo Giovanni da Udine del Nabucco di Giuseppe Verdi. Una produzione firmata dal Teatro Verdi di Trieste che ha visto la partecipazione della stimata artista, costume-designer nonché didatta di fama internazionale, per la realizzazione degli abiti di scena. Purtroppo Simona Morresi è scomparsa la sera stessa della recita udinese e questi suoi ultimi abiti sur scène, bellissimi, eleganti e funzionali, rimangono un esempio indelebile della sua raffinatezza. Raffinata come l’ispirazione del cigno di Busseto che con il Nabucco segnò il suo primo reale successo, in accoppiata con il librettista Temistocle Solera, per una masterpiece che mandò in visibilio anzitutto l’attento pubblico de la Scala di Milano, paga delle sue ben settantacinque rappresentazioni. Correva il 9 marzo 1842. Sono pertanto trascorsi quasi 177 anni da quella prima, ma il fascino della sofferta vicenda tra ebrei e babilonesi, e quindi tra Ismaele e Nabucco, nella contesa che coinvolge anche Fenena e Abigaille, sembra proprio non conoscere tramonto.

Sobrie ed efficienti le scenografie, senza fronzoli, con pareti mobili a rappresentare le imponenti architetture ora del tempio di Gerusalemme, ora della reggia assira dedicata al dio Belo. Così le attrezzature ed i décor, lontani dalla facili megalomanie che potrebbero suscitare trame e ambientazioni di una vicenda antica di tale peso e reputazione. Complimenti dunque a Emanuele Sinisi, che con la complicità delle luci di Fiammetta Baldiserri, e soprattutto della regia ben vigile di Andrea Cigni ripresa da Danilo Rubeca, ha concorso alla definizione di uno staff tecnico bene in armonia con quello artistico.

Ottima la prova dell’orchestra e del coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste diretti da un preciso ed empatico Christopher Franklin, ottimi i solisti e in particolare un plauso speciale va al soprano Kristina Kolar che sull’ultimo ha sostituito con gran capacità Amarilli Nizza nel non facile ruolo di Abigaille. Superba nel recitativo e nell’aria “Ben io t’invenni, o fatal scritto!… Anch’io dischiuso un giorno” e nel duetto “Donna, chi sei?” con Nabucco. Qualità sostenuta dalla rivale Fenena interpretata con garbo da Aya Wakiozono, apprezzata come nel duetto con Ismaele. Molto applaudito il giovane e talentuoso Riccardo Rados nel ruolo del Re di Gerusalemme, convincente in tutta l’opera, come Giovanni Meoni. Superlativo il suo Nabucco. A corona Nicola Ulivieri in Zaccaria, Francesco Musinu nel Gran Sacerdote di Belo e i personaggi minori, per un cast ben calibrato tanto nelle qualità vocali che attoriali. Tanto nelle arie solistiche che negli assiemi. Tra tutti citiamo il finale primo “Viva Nabucco! – Tremin gl’insani”, il celeberrimo “Va, pensiero” del coro e il sostanzioso finale del quarto atto “Viva Nabucco! – Immenso Jeovah – Su me morente, esanime”.

Quattro atti che hanno tenuto attento e immobile il pubblico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, pressoché al tutto esaurito, per un’esperienza che dà conferma di quanto il popolo udinese ami l’opera, la conosca e dimostri tutto il desiderio di vedere in città altre rappresentazioni dedicate al melodramma, purtroppo poco presente. In questo senso, il prossimo appuntamento sempre al Giovanni da Udine è a maggio con la Madame Butterfly di Puccini, per una produzione firmata ancora dal Teatro Verdi di Trieste.

Foto di copertina: Fabio Parenzan

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