Trionfo per la London Symphony Orchestra diretta da Sir Simon Rattle

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É stata la Großer Sal dell’Alte Oper Frankfurt, ex teatro dell’opera di Francoforte, ad ospitare lo scorso 22 febbraio una delle tappe della più recente tournée della London Symphony Orchestra.

Un succedersi vorticoso di date che ha visto la LSO muovere dal Musikverein, tempio sacro della musica di Vienna, per poi spostarsi in alcune città della Germania, tra cui Essen ed Hamburg, e terminare con il concerto nella Philharmonie Luxembourg. A guidare la celebre compagine orchestrale britannica, la bacchetta di Sir Simon Rattle. Una sorta di “ritorno in patria” quello del direttore d’orchestra originario di Liverpool, dopo il periodo dal 2002 al giugno 2018 alla guida dei Berliner Philharmoniker come successore di Claudio Abbado. In programma Musica per archi, percussioni e celesta di Béla Bartók e la Sinfonia n. 6 in la maggiore di Anton Bruckner. Imponente ed elegante edificio, l’Alte Oper Frankfurt, inaugurato nel 1880, distrutto dai bombardamenti nel 1944 e lentamente ricostruito negli anni ’70. La sala è gremita, il pubblico attento.

Fin dall’attacco dell’Andante tranquillo, primo movimento del capolavoro del compositore ungherese, nella disposizione «stereofonica» della doppia orchestra d’archi emergono le peculiarità di un ensemble ben noto per la propria forte personalità. Il grande fugato, basato su un tema cromatico fondamento dell’intera composizione, evidenzia la compattezza e il timbro omogeneo delle sezioni degli archi, vero punto di forza dell’orchestra. Espressività e dinamiche sono tracciate da Rattle con grande carisma, autorevolezza e morbidezza del gesto, e trovano precisa corrispondenza nella massa sonora che dal suo disegno prende forma. Dalle sue espressioni traspare prepotentemente la gioia del far musica. Dai sorrisi appena accennati si sprigiona un’inesauribile passione che trasmette ai suoi musicisti così come all’uditorio, inevitabilmente soggiogato e rapito dalla sua visione. L’entusiasmo e lo slancio con cui queste pagine prendono vita è lo stesso che si attribuirebbe ad un’orchestra giovanile. Pur non essendo quello della LSO il caso e nonostante i faticosi ritmi imposti dalla vita in tournée.

L’ascolto è avvincente e le componenti folkloriche del linguaggio bartokiano diventano protagoniste assolute nella vivace dialettica tematica e ritmica che permea la scrittura del movimento finale, l’Allegro molto. La seconda parte del programma ha previsto la Sinfonia n. 6 di Bruckner, eseguita per la prima volta nella Großer Saal del Musikverein di Vienna nel 1899, e certamente meno nota e acclamata di altre sinfonie di Bruckner – tra cui la quarta in mi bemolle maggiore “Romantica”, di cui condivide l’organico. Impressionano per estrema definizione le singole sezioni degli archi, così come per omogeneità timbrica, direzione del discorso musicale, eleganza del fraseggio e precisione tecnica. L’idea musicale di Rattle si trasforma in materiale sonoro ricco di espressività.

Da una generosa tavolozza di colori emergono infinite nuance, sempre proposte e gestite con un eccezionale controllo. Gli equilibri sonori sono curati nel dettaglio, il dialogare dei legni mai sovrastato dall’intensità degli ottoni. Ogni suono pare essere risultato di un fine lavoro di cesello e di condivisione d’intenti. Il risultato convince, coinvolge, travolge ed entusiasma. La tensione in sala rimane costante, in un sinuoso alternarsi di volteggianti disegni sonori. Tra pianissimo mozzafiato e forti contrasti cromatici, il pathos della scrittura tardoromantica emerge prorompente. Seppur non espressione di grandiosità e potenza strumentale a cui è generalmente associato Bruckner, della sesta sinfonia risultano chiari i momenti di polifonia e solida disposizione contrappuntistica.

Dall’iniziale tema vigoroso con cui il primo movimento si apre, attraverso apici di energia sonora e di intimo e riflessivo lirismo – come quelli dell’Adagio – la fluidità del materiale sonoro conduce l’uditore fino al clima trasognante dello Scherzo per poi congedarsi da lui con un Finale vivo e tempestoso. La London Symphony Orchestra conferma la sua fama di affascinante compagine e assoluta eccellenza del panorama musicale internazionale. Applausi scroscianti.

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