Tra musica e pittura: Gianmarco Caselli e i “Lonely Brains” di Elio Lutri

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Lonely Brains: è dalla copertina di un vinile, quello del leggendario “Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club” dei Beatles, o meglio dal «puzzle di personaggi che solo qualche mente geniale e disturbata poteva riunire insieme», che il pittore lucchese  Elio Lutri sembra aver tratto ispirazione per la sua «disarticolata assemblea di “cuori solitari”», ovvero la mostra dedicata a William Burroughs, Albert Einstein e Simon Rodia che, allestita nell’ambito del Lucca Underground Festival, nelle stanze di Villa Mazzarosa a Segromigno in Monte, si è chiusa il 14 ottobre 2018.

Dedicati alle grandi e “isolate” menti del Novecento, quelle «che hanno fatto cose senza clamore e cui solo il tempo ha reso giustizia», i pannelli polimaterici dell’artista lucchese sono stati concepiti e presentati insieme agli affascinanti brani per elettronica, pianoforte e suoni campionati di Gianmarco Caselli, compositore nonché ideatore e direttore artistico del festival.

Alle torri di Watts di Simon Rodia, artista avellinese naturalizzato statunitense e deceduto nel 1965, il pittore lucchese ha dedicato il trittico Watts a mezzogiorno Watts al tramonto Watts a mezzanotte, dalla cui realizzazione, con acrilico e altri materiali usati già nelle torri di Los Angeles (acciaio ceramica e conchiglie), sono stati ricavati i suoni, rielaborati e deformati da Gianmarco Caselli, nel terzo movimento di Towers in Towers: dopo lo slancio iniziale verso il futuro di Mezzogiorno, per elettronica pura, e l’affiorare dei suoni catturati al crepuscolo nell’estate 2018, dalla Fensehturm, la torre della televisione di Berlino (Tramonto), l’ultimo tempo – Mezzanotte evoca la «spirale di ferro e viti utilizzate da Lutri per la composizione delle proprie opere», per usare le parole dello stesso musicista, quasi un’«apparizione visiva e sonora degli spiriti della notte, del mondo sovrannaturale».

Il dittico di carta su legno WSB Life, dedicato a uno dei grandi scrittori vicini alla Beat Generation e amico di Kerouac, rappresenta un collage di immagini legate alla vicenda umana e artistica dell’autore di autore di romanzi come Pasto nudo o La macchina morbida, di cui disegna le iniziali e di cui rievoca, in chiave visiva, la tecnica letteraria del cut-up. A fare da pendant, il brano William Burroughs di Caselli riflette l’anima profondamente inquieta e la ricerca perenne dello scrittore e del tossicodipendente: emerge così la filastrocca della maledizione del verme che acceca, ricordo e simbolo di quei pensieri spiritisti che si erano insinuati in lui fin dell’infanzia, e che si scontravano irrimediabilmente con i preconcetti di una società ottusa: «Tutto è come un serpente infinito: la droga ma anche la scrittura per liberarsi dello Spirito del male», afferma lo stesso compositore.

Ispirato all’idea di una “spirale cosmica”  di Echi di eventi lontani, la tela di Lutri realizzata con acrilico e cianoacrilato e dedicata alle teorie einsteniane, è Insieme: recuperando gli elementi compositivi e timbrici presenti nelle precedenti composizioni (elettronica, pianoforte, rumori degli oggetti e suoni registrati dalla torre della televisione di Berlino), questo brano «racchiude e completa il tutto», afferma il compositore lucchese, ponendosi come sintesi ideale di quella dimensione della ricerca incessante che emerge dalle esistenze dei “Lonely Brains” e che si traduce nell’intrigante, inevitabile dialogo tra pittura e musica, fra le opere esposte e la loro imprescindibile “colonna sonora”; un dialogo che ha accompagnato i numerosi e appassionati visitatori in un autentico viaggio artistico underground.

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