Suona anche 5 flauti insieme: Gabor Vosteen The Fluteman, scopritelo

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Gabor Vosteen non è un musicista che capita di incontrare frequentemente in un festival. Cerone bianco sul volto e capelli per aria, ha dominato il piccolo palco della Cantina Schmidt Oberrautner di Bolzano per un’ora con il solo ausilio dei suoi flauti dolci e un paio di casse.

Lo spettacolo da lui nominato “The Fluteman Show”, tenutosi lunedì 7 agosto per Antiqua, rassegna di musica barocca e rinascimentale parte del Bolzano Festival Bozen, lo ha visto destreggiarsi come un trapezzista dello strumento, suonando fino a cinque flauti contemporaneamente, utilizzando persino le narici, mischiando piccoli trucchi di magia alla capacità di coinvolgere costantemente il suo pubblico, fosse esso composto da bambini, appassionati di concerti e neofiti, e arrivando ad alternare Bach e Paganini alla musica rock e rap. Il tutto senza mai utilizzare altro che i suoi strumenti e la possibilità di registrarsi e improvvisarci sopra estemporaneamente. Dopo lo spettacolo, senza che accusi il minimo segno di stanchezza, mi dà subito la possibilità di intervistarlo.

La prima domanda è dovuta: com’è nata quest’idea, com’è nato il Fluteman?

Suono il flauto dolce da quando ero un bambino, trovai una splendida insegnante che mi fece innamorare dello strumento e presi la decisione di continuare a studiarlo. Però ero molto interessato anche al circo e alla magia, quindi iniziai a studiare trucchi di magia, giocoleria e altre cose circensi. Poi decisi di studiare recitazione e lì compresi di voler fare qualcosa di divertente e leggero. Questa è stata anche la ragione per cui ho deciso di inserire brani moderni negli spettacoli, per cui faccio acrobazie come l’utilizzo di tre e più flauti contemporaneamente. Un bel giorno un amico, che è anche attore comico, mi consigliò di farlo non come Gabor, ma all’interno di un personaggio, con un costume, un carattere. Così creai il Fluteman. Lo show che ho portato qui oggi, però, è nuovo, l’ho iniziato quest’anno. Prima ho sempre fatto interventi più brevi, magari dieci o venti minuti all’interno di circhi e cabaret.

Cosa cambia, tra circo, cabaret o festival musicali, quando devi costruire gli spettacoli e relazionarti coi pubblici?

Una differenza tra il circo e questo spettacolo è che al circo devi saper fare sempre qualcosa di nuovo, in quanto il pubblico non è molto attento. In un concerto è il contrario, lo senti che ti stanno veramente ascoltando. Per questa ragione ho deciso di inserire delle parti in cui suono e basta, una cosa molto importante per me. Ho studiato molto su questo strumento e ci tengo a mostrare anche questo mio aspetto!  Poi bisogna dire che ogni pubblico è molto diverso, anche in un circo ogni sera devi affrontare una situazione differente, quindi è difficile da dire. Sicuramente in un concerto come questo ho tutto sotto il mio controllo. La gente viene per vedere questo show, anche se magari non sa bene cosa aspettarsi. Hanno modo di immergersi nello spettacolo, di conoscere questo tipo con il flauto. In uno show con altri artisti questo non è possibile, in un circo devo offrire scene brillanti, come quella in cui suono più flauti contemporaneamente o quella in cui porto il pubblico sul palco. Questa funziona molto bene anche negli street festival, perché la gente ama essere parte dello spettacolo.

Dunque quando costruisci gli spettacoli pensi anche ad un pubblico variegato.

Sì, per quello mischio molti tipi di musica, voglio portare ai concerti persone che normalmente non ci andrebbero e ovviamente anche bambini. E come per i bambini ogni tanto devi fare qualcosa che li intrattenga, così cerco di dare qualcosa anche agli adulti, pur rimanendo nel mio mondo, cercando un equilibrio. Ad esempio, quando ero un bambino suonavo spesso pianoforte e amavo il jazz e l’improvvisazione. Lo faccio tuttora e parte di questo la trasporto dal pianoforte al flauto. E con questi nuovi strumenti, come quello elettronico e quello basso, ho potuto a suonare musica diversa. Sul flauto barocco non si può veramente suonare musica rock, certo c’è chi lo fa, ma è abbastanza limitato, mentre coi flauti elettronici devi fare quello, non ci può sicuramente suonare barocco! E con altri due nuovi flauti moderni ho potuto avere più estensione, quindi ho deciso di suonare il Ventiquattresimo Capriccio di Paganini. È partito come allenamento per imparare a suonare il nuovo strumento e sono arrivato ad eseguirlo durante gli spettacoli!

Tutto ciò mi fa pensare che non sia semplice spiegare ciò che fai, quando devi proporti ad un Festival o simile. Come fai?

È veramente molto difficile, anche perché il flauto dolce non è uno strumento molto popolare, musica barocca esclusa, e molta gente non lo ama. In Germania molte persone non lo sopportano proprio. E ovviamente è complesso spiegare cosa faccio sul palco, quindi spesso decido di mandare direttamente un video, per cercare di far arrivare il messaggio.

Questo tuo messaggio è stato già molto premiato in questi ultimi anni. Quali sono quindi le tue idee per il futuro?

Visto che questo show è nuovo, voglio farlo molto. Voglio apportare qualche modifica, fare qualche aggiustamento, aggiungere nuove idee, renderlo un po’ più lungo. È tutto molto nuovo per me, quindi mi ci voglio concentrare per i prossimi anni, fino al 2019, prediligendo questo show lungo piuttosto che le apparizioni più brevi.

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