A Enrica Ciccarelli, pianista nota nel mondo del concertismo internazionale, Direttore artistico e da quest’anno, dopo la scomparsa di Antonio Mormone, anche Presidente della Fondazione Società dei Concerti, nell’approssimarsi della XXXVI Stagione abbiamo rivolto alcune domande.
“Continuità e innovazione”, per riassumere in due parole la sua introduzione al corposo e impegnativo programma della prossima Stagione che prevede più di sessanta appuntamenti. Come conciliare due termini che sembrano antitetici?
Continuità perché tanto è stato fatto in oltre 35 anni di attività e una delle caratteristiche della Fondazione è il rapporto quasi familiare e di grande fiducia con il pubblico, instauratosi grazie ad oltre 1400 concerti a Milano, organizzati sempre con la massima attenzione e rispetto nei confronti degli artisti e degli spettatori fedeli. È proprio la fedeltà del pubblico (possiamo contare oltre 50mila presenze annue considerando tutti gli eventi di una stagione) che merita di essere considerata, accarezzando le preferenze di repertorio e anche offrendo gli artisti più amati. Innovazione perché viviamo nel presente e dobbiamo guardare al futuro: dunque mi sembra giusto accompagnare il pubblico in terreni ancora poco conosciuti. Vuoi che siano nuovi artisti da far conoscere a Milano (giovani o affermati), vuoi che sia nuovo repertorio. Io credo che oggi, in un mondo sempre più superficiale e “veloce”, vadano riscoperti i valori, della bellezza, della fiducia appunto, della stima. E credo anche che, per allontanare quella patina di pigrizia che poi diventa apatia, la bellezza, la stima e la fiducia possano essere volano anche di nuove scoperte. Chiedo al nostro pubblico un “passo in avanti”, vorrei condurlo anche a conoscere e apprezzare linguaggi diversi. Da quest’anno una delle novità è il compositore in residenza, rigorosamente italiano e giovane, del quale potremo ascoltare alcuni brani nel corso della stagione presso l’Auditorium Gaber e una nuova commissione cameristica anche in Sala Verdi. Sto parlando dell’artista romano Vittorio Montalti, che qui ringrazio per aver accettato con entusiasmo questo cammino comune e inusuale per noi.
Non è certo una novità, ma notiamo che l’interesse della Società dei Concerti per le nuove generazioni di musicisti che avete chiamato “la meglio gioventù”, (probabilmente diversa da quella narrata nell’omonimo film di Marco Tullio Giordana) assume sempre maggior rilevanza. C’è anche qui un aspetto innovativo?
Mio marito Antonio Mormone è stato un grande talent scout, riconosciuto da tutti. Il suo obiettivo è sempre stato quello di valorizzare e promuovere i giovani artisti. Oggi tante società di concerti prevedono performance di giovani. Noi continuiamo a farlo (da oltre 30 anni) e nella serie “la meglio gioventù” ho selezionato molto accuratamente talenti che arrivano da tutta Italia. Le valutazioni sono state lunghe, non basta una mail o un video, si parla di programmi, di progetti comuni. Ad alcuni di loro ho espressamente chiesto di inserire brani particolari, come un omaggio al compositore Pilati, oppure a Castelnuovo Tedesco, oppure Pizzetti. Cercando sempre di valorizzare il talento italiano a tutto tondo. Gli Incontri Musicali costituiscono opportunità lavorative importanti, e sottolineo che il trattamento è sempre professionale. Antonio ci ha lasciato il suo esempio: un giovane artista merita le stesse attenzioni della grande star internazionale; un palcoscenico adeguato, uno strumento accurato, il calore del pubblico e le attenzioni dello staff, l’accoglienza e anche una meritata cena dopo il concerto!
Non sono state trascurate neppure le generazioni dei più piccoli. La scuola è senza dubbio uno dei percorsi che presenta le maggiori lacune in ambito musicale. Quali sono le iniziative del prossimo anno e come superare lo scoglio della quasi totale assenza dell’insegnamento della musica nelle scuole del nostro Paese?
Il progetto educativo “Note…di Scuola” è alla seconda edizione. Dal prossimo 3 ottobre partono 12 diversi appuntamenti che vogliono catturare l’attenzione dei millennials e della generazione Z. Anche in questo caso ho previsto un percorso diverso a seconda dell’età scolare, con prove aperte, incontri con gli artisti (ringrazio l’Università degli Studi Milano Bicocca che ha aderito nell’ambito di un articolato progetto BbeTween), spettacoli per i più piccoli. Oltre alla storia musicale con la scrittrice Chiara Carminati (premio Strega per la letteratura dei ragazzi) che ha inventato una storia partendo dalla musica (I Quadri di un’esposizione di Moussorgsky), ci sarà il concerto con i pianisti Cabassi e Larionova che a 4 mani suoneranno Schubert e Ravel scherzando con i ragazzi in uno spettacolo dal titolo “La Bella e la Bestia” e poi il 7 novembre appuntamento da non perdere con la ballerina (amata dai ragazzi per la sua partecipazione ad Amici di Maria de Filippi) Anbeta Toromani. Con lei sul palco il primo ballerino del Teatro San Carlo Alessandro Macario e la pianista Eliana Grasso. Due arti a confronto per coinvolgere maggiormente i ragazzi e dimostrare che chi si occupa di classica non viene da Marte!
Un ultimo argomento è la musica contemporanea. Un impegno che in genere spaventa gli operatori del settore. Come viene affrontato da Società dei Concerti?
Come dicevo da questo anno abbiamo anche un compositore in residenza. La scrittura di Montalti non è semplice, ma abbiamo previsto anche degli incontri per spiegare il nuovo linguaggio contemporaneo e sono sicura che, seppure a pillole omeopatiche, sia giusto inserire in una programmazione globale la musica dei nostri giorni. Alcune orchestre propongono altri brani contemporanei come “and birds are..still” del giapponese Yoshimatsu, oppure brani di Pärt con la violinista Baeva, solo per citare alcuni esempi. Confido nell’intelligenza e nell’apertura mentale del pubblico!
Essere Direttore Artistico e, da quest’anno, Presidente della Società dei Concerti comporta rinunce che si riflettono sulla sua carriera di concertista?
Ho promesso a mio marito che avrei portato avanti al meglio l’attività della Fondazione La Società dei Concerti. Naturalmente è imprescindibile l’esperienza e l’aiuto di Gabriele Zosi, nostro consigliere delegato e spalla di Antonio da sempre. Diciamo che il nostro è un lavoro a 4 mani. Nella mia attività di pianista ho avuto la possibilità e l’onore di suonare in sale prestigiose, di collaborare con grandi artisti e questo rimane. Sono e rimango una musicista, in questo momento mi dedico ad un altro modo, ma altrettanto importante, di fare musica. Ma non smetto di suonare.
Nel corso di trentasei stagioni il pubblico inevitabilmente si rinnova. Ha notato cambiamenti significativi in questi ultimi anni? È cambiato culturalmente?
Il problema maggiore del pubblico è l’età….Si ha la convinzione, dettata da una mancata educazione musicale nelle scuole, che la musica classica sia “roba da vecchi”…Ma come giudichiamo allora le migliaia di giovani che vogliono studiare uno strumento e si dedicano con passione a Beethoven, Mozart, Chopin? Extra terrestri o disagiati? Ecco perché ho firmato personalmente delle convenzioni con le scuole, le università, ho previsto il progetto educativo per le varie fasce di età con spettacoli dedicati. Penso che ognuno di noi debba impegnarsi per andare in profondità dei problemi. Non basta la lamentela. È giusto denunciare un problema, ma il secondo passo deve essere l’impegno per il cambiamento. In musica e nella società. Non basta lamentarsi perché c’è l’evasione fiscale: ognuno di noi, come cittadino, deve sempre pretendere lo scontrino fiscale e assumere la collaboratrice domestica…solo per fare un esempio banale…
Come giudica il momento attuale dal punto di vista culturale? In altre parole: quanto conta la politica nelle attività culturali del nostro Paese?
Vorrei che i politici fossero più attenti. In generale. Per quanto riguarda la cultura e la musica, vorrei che si convincessero che l’Uomo si può elevare e si deve elevare per la sua conoscenza. La musica è bellezza, ma anche matematica, pittura, poesia. E se ben veicolata è anche volano per l’economia… Sarebbe importante un coinvolgimento maggiore degli operatori culturali quali “consiglieri” per una politica più “bella” al di là delle associazioni di categoria e degli interessi personali. Sarebbe più giusto che vi fosse una migliore distribuzione dei contributi pubblici, con una maggiore attenzione alla meritocrazia…Ma questa è un’altra storia…
Quali sono le novità in arrivo nelle prossime stagioni?
Mi piace anticiparle una novità che per me, sia dal punto di vista personale che istituzionale, è molto importante. A gennaio 2019 sarà lanciato un Premio Internazionale che ricorda la figura di Antonio Mormone. La formulazione del Premio raccoglie tante novità, e voglio ringraziare fin da ora le Istituzioni che ci stanno sostenendo nella preparazione di un importante progetto internazionale.
Non possiamo chiudere questa breve intervista senza ricordare Antonio Mormone, il fondatore della Società dei Concerti, che non faceva mancare al suo pubblico il proprio saluto dal palcoscenico della Sala Verdi. Era un rito atteso e molti si chiedono se sarà rinnovato dall’attuale Presidente, che ha condiviso con Antonio Mormone questa entusiasmante avventura e la vita.
Il saluto al pubblico non è mai mancato. È una caratteristica della Fondazione La Società dei Concerti ed io continuo a salutare la mia famiglia così come ha fatto per tanti anni Antonio.
Immagine di copertina: Beatrice Rana Ph. Marie-Staggat