Simone Rubino si è esibito il 6 luglio nella seconda serata del Festival ClassicheFORME. In esclusiva per la nostra rubrica Special Guest ci svela i segreti del brano di Tan Dun “Water Spirit”, che ha eseguito durante il concerto e che ha anche inciso nel suo ultimo disco.
Le percussioni sono forse il primo strumento che l’uomo abbia mai conosciuto; si pensi alla “Body Percussion” per capire quanto possa essere antica l’arte di percuotere per creare suoni ritmati.
Classiche FORME
L’invito della pianista e amica Beatrice Rana a esibirmi a Lecce, per la terza edizione del suo Festival di musica da camera “ClassicheFORME”, è stata l’occasione di presentare un brano che il compositore cinese premio Oscar Tan Dun mi ha dedicato, e che è fortemente collegato a elementi semplici e primitivi come il corpo, la pietra e l’acqua.
Si tratta di Water Spirit, già esistente in forma concertante per suonatore d’acqua e orchestra, qui presentato per la prima volta nella versione per interprete solo. Il pezzo comincia con una sorta di rituale: una danza in stile asiatico creata attraverso l’utilizzo di tutto il corpo e dell’acqua, che esplode nella pura energia del ritmo e del movimento. Rifletto, quindi, sul forte potere comunicativo del ritmo perché accomuna ogni essere umano, dato che tutti ne hanno uno proprio: il battito del cuore, ad esempio, ha una cadenza particolare e “vitale”. Senza ritmo non c’è vita.
Water Sprint
Water Spirit – nella versione con coro giovanile maschile – è incluso anche nel mio ultimo disco intitolato “Water & Spirit” ed edito da Sony Classical; un progetto che mi riporta all’infanzia, dove tutto è iniziato. Ho fatto parte del coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino e cantando in scena ho imparato moltissimo come usare il mio corpo e come comunicare attraverso di esso.
Al Festival “ClassicheFORME” ho suonato, inoltre, quello che definirei ormai “un classico” della letteratura per le percussioni, ovvero Rebonds B di Iannis Xenakis, compositore greco che ha influenzato positivamente e in maniera incisiva la scena di questo strumento. Forse è anche grazie al suo lavoro se negli ultimi trent’anni le percussioni stanno finalmente avendo un ruolo sempre più fondamentale nella musica classica, e chissà che questo non possa fare da stimolo per dire oggi qualcosa di nuovo.
Simone Rubino
Immagine di copertina Ph. Marco Borggreve