Se mi lasci ti cancello: un film da ricordare anche per la colonna sonora

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Eternal Sunshine of The Spotless Mind: a un primo sguardo, il titolo del film sembra preannunciare una di quelle commedie divertenti a rasentare il vacuo: cosa potrebbe significare di tanto profondo “Se mi lasci ti cancello”? In realtà, come spesso accade, il libro è ben diverso dalla copertina.

È il 2004 quando Michel Gondry esce nelle sale con la sua nuova opera, seguendo con la macchina da presa Kate Winslet e Jim Carrey, ma non solo: compaiono infatti anche Kirsten Dunst, Mark Ruffalo ed Elijah Wood, ciascuno con una prova attoriale degna di lode.

Il titolo, dicevamo. Mutuato da un verso di Alexander Pope, poeta inglese del XVIII secolo, è tutt’altro che banale. Queste parole sono infatti in grado di infondere una vena poetica, un tocco nostalgico e un’allure disperata quanto basta sin dalle prime inquadrature. Allo stesso modo la colonna sonora, variegata quanto si concerne a un film che basa sui frammenti della memoria la propria struttura narrativa, emerge con brani dissimili, uniti da un valore più o meno assoluto: la memoria. Ed è proprio lei, insieme al concetto della luce del sole, a emergere con forza in molti dei brani, soprattutto nelle composizioni vocali.

Il compositore dietro a tutto questo è Jon Brion che, per la colonna sonora, fa qualcosa in più: collabora infatti con un altro artista per riarrangiare un vecchio brano: “Everybody’s Got To Learn Sometime”, degli inglesi Korgis. Il musicista prima citato non è altri che Beck.

Strato dopo strato, in poche parole, da ogni fotogramma e tra ogni nota della colonna sonora, emergono dettagli che fanno di questo film una piccola pietra miliare.

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