Sarah Chang e Gustavo Gimeno al Teatro Manzoni di Bologna

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Funambolica performance di Sarah Chang al Teatro Manzoni di Bologna: la grande virtuosa ha proposto uno dei più suggestivi concerti del repertorio violinistico, il Concerto per violino in re minore op. 47 di Jean Sibelius, composto nel 1904. La solista è stata accompagnata dall’Orchestra Filarmonica di Bologna sotto la bacchetta di Gustavo Gimeno, che nella seconda parte della serata ho proposto la Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 73 di Johannes Brahms.

Sarah Chang ha offerto una esecuzione nitida ed energica del primo e del terzo movimento del Concerto per violino di Sibelius ed ha effuso sonorità intime e suggestive nell’Adagio di molto. La sua interpretazione non ha tuttavia coinvolto il pubblico: la scelta di toni eccessivamente aggressivi e la platealità con cui sono stati eseguiti i passaggi di bravura hanno impedito la completa veicolazione dei preziosismi presenti nella partitura del compositore finlandese, il quale dopo aver completato la composizione per la prima esecuzione a Helsinki (1904), rielaborò profondamente il concerto per l’esecuzione berlinese del 1905 sotto la bacchetta di Richard Strauss. Pur tuttavia, l’interpretazione della violinista sembra, ad eccezione del movimento centrale, non aver saputo cogliere e porgere al pubblico il fascino e la profondità delle magnifiche trasfigurazioni armoniche. Fortunatamente sempre più spesso i solisti delle nuove generazioni hanno il coraggio di favorire un rinnovamento dei programmi, lavorando sulle composizioni meno note o mai entrate nel repertorio, e affrontano i pezzi più noti con uno spirito di coinvolgente ricerca, oggi indispensabile per una sempre rinnovata riproposizione di questa musica.

Gustavo Gimeno, già direttore assistente di Claudio Abbado, Mariss Jansons e Bernard Haitink, ha mostrato una grande sensibilità interpretativa. La notevole abilità del direttore è stata avvertita nella chiarezza dei gesti, nella capacità di porgere le frasi alla solista e nella sottile attenzione al dettaglio. Grandi qualità che Gimeno ha avuto modo di esprimere compiutamente nell’esecuzione della Sinfonia n. 2 di Brahms.

Composizione ampia ed articolata, questa sinfonia, composta nel 1877, rappresenta uno dei momenti più solari e spensierati del catalogo brahmsiano. Gimeno ha sottolineato la serenità che pervade la partitura nella scelta dei tempi e nella cura dei dettagli timbrici. Nonostante l’orchestra non fosse sempre coesa e precisa negli attacchi, il direttore ha conferito un piglio di energico al primo movimento e grande grazia al secondo ed al terzo. Il secondo movimento, nel suo clima meditativo ed enigmatico, è certamente stato il momento di maggior pathos, mentre il robusto e pulsante Allegro con spirito finale ha concluso la serata all’insegna di un coinvolgente ottimismo.

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