L’Ensemble Salomone Rossi ha inciso alcuni dei Salmi di Benedetto Marcello (ma il progetto è di registrarli tutti). Il primo disco pubblicato racconta del legame tra il mondo occidentale e quello ebraico, creando l’atmosfera della Venezia del Settecento
Hanno il retrogusto di una spy story ambientata nella Venezia settecentesca i Salmi di Benedetto Marcello. Ci raccontano di segreti incontri e relazioni complesse, come quelle tra patrizi ed ebrei, all’epoca confinati nel ghetto. Getterà nuova luce su una storia tinta di mistero una giornata di studi dedicata a Marcello e in particolare alle sue relazioni con il mondo ebraico, in programma alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (7 novembre, alle 9.45) e preceduta da un concerto gratuito a Palazzo Marino (4 novembre, ore 17) a cura dell’Ensemble Salomone Rossi, che firma anche il cd disponibile in download con Amadeus.
Parliamo del progetto con la violinista e anima dell’ensemble Lydia Cevidalli, che parteciperà in prima persona alla giornata di studi con un intervento dal titolo Ricerca e scelte esecutive dei Salmi di Benedetto Marcello.
Come nasce l’Ensemble Salomone Rossi?
«Il gruppo si è costituito nel 1991. L’occasione era un concerto che mi è stato chiesto di preparare per una serie di manifestazioni alla sinagoga di Soragna, in provincia di Parma. Il nome è arrivato l’anno successivo per onorare un compositore emblematico della relazione tra il mondo musicale occidentale e quello ebraico in un momento particolarmente rilevante. Nel 1992 infatti ricorrevano i 500 anni dall’espulsione degli ebrei dalla Spagna. L’ensemble si dedica al repertorio barocco; non ha dei musicisti fissi perché vengono coinvolti quelli che servono per le specifiche esigenze di organico, ed è mutato nel tempo».
Come si colloca Benedetto Marcello all’interno di questo repertorio?
«Il progetto nasce nel 2014, quando mi sono rivolta a Mario Marcarini, ora general manager di Concerto Classics ma all’epoca label manager di Sony Classical. Nel 2009 avevamo già pubblicato un primo disco per Concerto Classics, Jewish Baroque Music. Ha avuto molto successo: è stato ristampato una prima volta nel 2012 e poi a maggio dell’anno scorso.
Proprio da Marcarini è arrivato il suggerimento di dedicarmi a Benedetto Marcello, autore che io conoscevo già per le sue esplorazioni nel mondo ebraico. Negli otto tomi dell’Estro poetico-armonico aveva musicato i primi 50 Salmi davidici con un testo parafrasato dal nobile veneziano Girolamo Ascanio Giustiniani. In dieci di essi ha inserito undici melodie tratte dal repertorio sinagogale veneziano in lingua ebraica, provenienti dalle tradizioni ashkenazita e sefardita; nell’Estro ha anche inserito due canti provenienti dall’antica Grecia, in lingua greca.
Si tratta di un’operazione molto complessa, e tutt’oggi non si capisce bene perché l’abbia fatto. Penso che Marcello e Giustiniani volessero riconoscere il valore della tradizione ebraica da cui proviene quella cristiana; ma ammetterlo pubblicamente all’epoca non era così semplice. Come faceva Marcello, che all’epoca aveva già fatto parlare di sé per aver sposato una cantante – la cui compagnia per i patrizi era considerata sconveniente – a conoscere queste melodie? O le ha sentite in sinagoga, e come patrizio veneto avrebbe avuto il divieto di entrare perfino nel ghetto ebraico; oppure qualche rabbino è andato a casa di Marcello e gli ha permesso di fissare per iscritto una tradizione orale.
Probabilmente questi rabbini quando andavano a cantare in casa di Marcello prendevano le vie laterali per entrare dal retro dell’edificio. Mi immagino una situazione tra il romanzo giallo e il rocambolesco!».
Avete il progetto ambizioso di realizzare un’integrale dei Salmi…
«I Salmi di Marcello vengono eseguiti piuttosto di frequente, ma non sono mai stati registrati integralmente. Il progetto di Mario Marcarini sarebbe proprio di realizzare un’integrale. Personalmente trovo affascinante che Marcello volesse lasciare una testimonianza della potenzialità della musica di sottolineare valori universali.
Del resto non si trattava certo di un semplice esercizio accademico. Le sue edizioni sono curatissime, con incisioni molto belle fatte da artisti celebri nelle stamperie più prestigiose di Venezia; quindi c’era l’intento di far conoscere un patrimonio e di renderlo unitario in una città dalla popolazione estremamente varia».
Quanti volumi sono previsti?
«Questo disco è stato registrato tra il 2014 e il 2015. Quest’estate abbiamo già inciso i materiali per un secondo disco, per un totale di 5 salmi: ne rimangono 45! Questo perché nei dischi, per maggiore varietà, ai Salmi abbiamo aggiunto anche musica strumentale. Stimiamo che il progetto completo arriverà a una decina di dischi e si protrarrà per lungo tempo».
Quali sono i vostri progetti futuri?
«Personalmente io mi sto dedicando all’insegnamento, ai miei allievi del Conservatorio di Milano e a masterclass dedicate alla prassi esecutiva barocca su strumenti moderni. Quest’estate ho portato il progetto a Urbino a un pubblico di giovani musicisti e ne ho in programma un altro presso il Conservatorio di Como. Inoltre, al Conservatorio di Milano mi occupo degli eventi per il Giorno della Memoria; tra questi, il tradizionale serale del 27 gennaio rivolto alla cittadinanza e due matinées dedicate alle scuole.
Tutti gli eventi includono testimonianze parlate e musicali; nell’evento serale del 2019 abbiamo in programma i Chichester Psalms di Leonard Bernstein, per celebrarne, pur con un lieve ritardo, il centenario. Infine, con l’Ensemble Salomone Rossi a gennaio terremo alcuni concerti a Lisbona e Belgrado».
Claudia Abbiati
Info download
BENEDETTO MARCELLO, Salmi e Sonate
Ensemble Salomone Rossi, Lydia Cevidalli direttore
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