Ad integrazione del precedente articolo (intitolato Il progetto SIAE “Classici di oggi”: buone intenzioni ma troppe criticità), vorrei invitare i lettori di questo blog a dare un’occhiata al bel programma del nuovo Festival Traiettorie di Parma.
Un programma davvero notevole, con ensemble di fama internazionale, come il Klangforum di Vienna, in grande spolvero, il Quartetto Arditti, l’Ensemble Musikfabrik, l’Ensemble Alternance, l’Ensemble Mosaik, e con solisti del calibro di Marino Formenti e Thierry Miroglio. Nei 13 concerti della rassegna c’è sempre uno sguardo al passato (da Luca Marenzio a Gabriel Fauré) e al primo Novecento (Stravinskij, Debussy, Ravel), alcuni classici del secondo Novecento (Messaien, Xenakis, Boulez, Grisey), ma anche numerosi lavori del XXI secolo, e diverse prime assolute (soprattutto di compositori italiani come Simone Movio, Valerio Sannicandro, Marco Di Bari, Lara Morciano, Luigi Manfrin, Paolo Longo), alcune “commissionate” dal Festival stesso.
Un netto miglioramento rispetto a qualche anno fa. In un’indagine statistica condotta nel 2014, la rassegna parmigiana contava solo 2 prime mondiali (su 44 pezzi eseguiti), e un'”età” media dei pezzi (la media statistica degli anni di composizione dei lavori eseguiti) pari al 1978.
Tutto bene, dunque? Stride però leggere “Con il supporto SIAE / Progetto SIAE – Classici di oggi” non sul concerto dell’Ensemble Prometeo, che è il naturale destinatario di quei finanziamenti, ma su altri concerti: quello del Klangforum Wien, quello del gruppo Voxnova Italia, quello del percussionista Thierry Miroglio. Cosa c’entrano questi soggetti con quel progetto, nato per alimentare l’attività dei migliori ensemble italiani? E da quei finanziamenti non erano esclusi i festival? Il mistero si infittisce.
Immagine di copertina Ph. Getty images