Una Turandot ambientata nella Cina del futuro, nell’anno 2070, inaugurerà il 19 gennaio, la stagione del Teatro Massimo di Palermo. Nella visione del regista Fabio Cherstich e dei videoartisti russi del collettivo AES+F, per la direzione di Gabriele Ferro, l’ultimo capolavoro incompiuto di Puccini sara’ ambientato in una Pechino dove ha trionfato il femminismo e il matriarcato.
La stagione 2019 avrà come filo conduttore il tema del viaggio. Due saranno i titoli mai rappresentati al Teatro Massimo: Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi, per la direzione di Philippe Pierlot e la regia del sudafricano William Kentridge, e La Favorite di Donizetti, proposta nella versione in lingua originale con il regista Allex Aguilera, e sul podio Francesco Lanzillotta. Seguirà Idomeneo di Mozart, opera che non veniva eseguita a Palermo dal 1983 e che per l’occasione verrà proposta per la regia di Pier Luigi Pizzi. E I Pagliacci, che verrà diretta da Daniel Oren.
In prima rappresentazione assoluta, su commissione del Teatro Massimo, verrà proposta “Winter Journey” del compositore Ludovico Einaudi con la regia di Roberto Andò. E sarà infatti, una stagione volta alla “ricerca delle emozioni che sanno dare i nuovi linguaggi” ha sottolineato il sovrintendente Francesco Giambrone.
La Turandot di Cherstich sarà un sempio di sperimentazione visiva «Inizierà con la nonna di Turandot che racconta l’intera vicenda – ha spiegato il direttore musicale del teatro, Gabriele Ferro – e sarà un’opera che punterà sull’immagine, come è giusto che sia considerati i timbri e la maestria strumentale di Puccini».
Tra gli interpreti di rilievo in cartellone Simone Piazzola e Brian Jagde. E poi protagonisti di un ciclo di recital saranno Mariella Devia, Jessica Pratt (nella foto) e Nicola Alaimo.
Omer Meir Wellber, nuovo direttore musicale del teatro dal 2019, dirigerà il 9 marzo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 di Sergei Rachmaninov. E sul podio del Teatro Massimo salirà per la primavolta il compositore e direttore d’orchestra ungherese Peter Eötvös.