«Rari sono i luoghi in cui resistere, luoghi dove Muse si danno convegno per mantenere l’eco di un’armonia per ricordarci ancora che esiste il sublime per riesaltare gli antichi splendori ed accogliere nuove vie di Beltà» (Andrea Zanzotto). Uno di questi luoghi è senza dubbio Pesaro, la città natale di Gioachino Rossini, «il compositore prediletto degl’Italiani», per dirla con Louis Spohr, la cui musica era considerata «la musica europea per eccellenza, e per decreto dell’infallibile natura» (Giuseppe Carpani).
Per la sua edizione 2020, in tempo d’autunno, il Rossini Opera Festival rimane accanto al suo pubblico con una programmazione streaming gratuita decisamente da non perdere: sul sito web rossinioperafestival.it, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del ROF, e sulla piattaforma Fidelio myfidelio.at. Il rendez-vous des mélomanes nel segno del Cigno di Pesaro si adatta così ai tempi e, seppur virtualmente, riesce a perpetuare la sua tradizione.
«In momenti del genere, la musica, l’arte, la bellezza possono dare un grande conforto pure se non vissute dal vivo», ha dichiarato il Sovrintendente del ROF Ernesto Palacio. «Ci rendiamo conto che lo streaming non è che una soluzione pratica ad una condizione di emergenza, ma siamo convinti che il nostro pubblico apprezzerà e accoglierà con gioia la possibilità di assistere a questa sessione straordinaria del ROF da casa propria, in tutta sicurezza. Vorremmo che questa situazione straordinaria fosse vissuta come un modo per restare comunque in contatto tra noi rossiniani di ogni parte del mondo, in attesa di rivederci a Pesaro la prossima estate, nella speranza che la pandemia sia stata sconfitta».
Questa sera, sabato 14 novembre alle 20:30, in diretta dal Teatro Rossini una selezione dei Péchés de vieillesse nell’interpretazione del pianista Alessandro Marangoni, protagonista anche della Guida all’ascolto (ore 20). Marangoni ha ricevuto il Premio Abbiati 2019 per la sua incisione integrale dei Péchés.
Figli dell’ironico intellettualismo della tarda produzione rossiniana, oscillando fra virtuosismo ed echi teatrali questi “album” illuminano aspetti insoliti del venerato compositore pesarese, da tempo “reclusosi” a Parigi fra gli allori della gloria. Fra questi, uno in particolare – quello pianistico con il centinaio di pezzi raccolti nei volumi IV-XIV – è debitore di una attitude intimista, zuccherosa e sentimentale à la manière de Chopin e Schumann, di quella funambolica e irriverente di Liszt o di quella salottiera e smagliante di Weber, Thalberg e Kalkbrenner, speziata talvolta da ritmi popolareggianti. Saranno eseguiti anche due inediti: Thȇme et variations, manoscritto riscoperto dallo stesso Marangoni grazie alla Fondazione Rossini, che non fa parte del catalogo ufficiale redatto da Rossini; e il brevissimo Rien, di sole diciannove battute, proposto in prima esecuzione moderna, grazie alla generosità del collezionista americano Michael d’Andrea, con il tramite di Reto Müller.
Domenica 15 novembre alle 20.30 sono in programma, invece, due vere e proprie rarità: il Miserere e la Messa di Milano, testimoni di una produzione sacra giovanile di Rossini. Sul podio della Filarmonica Rossini e del Coro del Teatro della Fortuna preparato da Mirca Rosciani, il promettente direttore calabrese Ferdinando Sulla, curatore dell’edizione critica della Messa di Milano. In modalità young il cast, che riunisce Manuel Amati, Antonio Garés e Grigory Shkarupa e Svetlina Stoyanova. Precederà il concerto una Guida all’ascolto tenuta da Ilaria Narici, Direttore scientifico della Fondazione Rossini, e da Sulla.
Il festival prosegue con Il Barbiere di Siviglia (25, 27 e 29 novembre) diretto da un meraviglioso artista qual è Michele Spotti (classe 1993), entrato a far parte della “famiglia ROF” dal 2016 – ultimo dei giovani direttori ad essere stato scelto dal compianto maestro Alberto Zedda per dirigere Il viaggio a Reims – e diventato ormai una delle bacchette più contese dai teatri, non solo in Italia. Riallestimento della produzione firmata da Pier Luigi Pizzi nel 2018, con un cast eccezionale. Nel ruolo della intraprendente Rosina, orditrice di «cento trappole», la splendida Aya Wakizono. «L’amoroso sincero Lindoro» – che poi, si sa, è il Conte d’Almaviva – è un formidabile Juan Francisco Gatell, cui spetterà il compito di travestirsi prima da soldato ubriaco e poi da gesuita, risucchiando il malcapitato burbero tutore Don Bartolo, interpretato da Carlo Lepore, in un vortice esilarante di situazioni grottesche. Suo complice, lo scaltrissimo «factotum della città» Figaro di Iurii Samoilov. Don Basilio, «solenne imbroglion di matrimoni», è Michele Pertusi. Completano il cast Elena Zilio (Berta) e William Corrò (Fiorello/Ufficiale).
Chiude il festival il consueto (ri)allestimento de Il viaggio a Reims (26-28 novembre) firmato nel 2001 da Emilio Sagi (quest’anno ripreso da Matteo Anselmi), con un gruppo affiatatissimo di new entries e artisti formatisi negli anni passati alla prestigiosa Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”, diretti da Alessandro Cadario alla guida dell’Orchestra Sinfonica “Gioachino Rossini”.
Info: rossinioperafestival.it
Attilio Cantore
foto: in copertina, una scena della produzione de Il Barbiere di Siviglia in scena a fine novembre (© ROF); nel testo: Gioachino Rossini. Musical Composer, member of the French Institute, 1824, litografia, Bibliothèque Nationale de France, département Musique, Est. RossiniG. F3002 (particolare); il pianista Alessandro Marangoni (© Daniele Cruciani)