A Salisburgo un convegno sulla musica cinematografica

in News
  1. Home
  2. News
  3. A Salisburgo un convegno sulla musica cinematografica

Dall’8 al 10 marzo scorso, l’Università di Salisburgo ha ospitato un importante convegno internazionale sulla musica cinematografica. L’evento, intitolato “When the music takes over: Musical numbers in film and television”, è stato organizzato da Nils Grosch, Franziska Kollinger, Claus Tieber e Anna K. Windisch, e ha riunito nella città mozartiana alcuni fra i massimi esperti della musica per film e della composizione per il cinema: da Gillian B. Anderson a Martin M. Marks, da Amy Herzog a Claudia Gorbman, da Richard Dyer a Phil Powrie.

Filo conduttore degli interventi è stato il concetto di momento musicale: il luogo della narrazione cinematografica in cui la musica “prende il sopravvento”. Gli esempi sono innumerevoli: si pensi a Moon River cantata da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961) o al duello zingaro-ebraico in Train de vie (1998); ancora si potrebbe citare l’aria bizetiana Mi par d’udir ancora interpretata da Enrico Caruso in Match Point (2005), o l’Andante mozartiano dal Concerto per flauto e arpa nella Cena di Ettore Scola (1998).

Simili momenti costituiscono, per dirla con Sergej Ejzenštejn, l’“estasi” del cinema: il topos per eccellenza in cui il sistema di rappresentazione abituale “esce fuori di sé”. Nell’ordinamento strutturale del film, nel suo intreccio, si produce un salto in una nuova qualità, una commutazione del registro espressivo. Il momento musicale, per dirla in altre parole, ritaglia uno spazio immaginario nel tessuto del racconto: apre una finestra su un’altra dimensione, in cui si sospendono per un istante le categorie del tempo e dello spazio. Questo passaggio, questo salto qualitativo da un sistema espressivo a un altro, avviene attenuando le caratteristiche che danno l’illusione di realtà del racconto cinematografico, come le voci in campo e i rumori di scena, e accentuando le caratteristiche di artificio del testo filmico, su tutte la musica.

Si produce allora un’interferenza di codici, un’ibridazione dei linguaggi espressivi: nell’imporre la sua temporalità alla narrazione, la musica infrange l’illusione di realtà della più verosimile fra le arti.

Info: musicalmoments2018

Festival Liederìadi: Claudia Koll in “Evangèlion, the story of Jesus”
La drammaturgia della paura: i Dialogues des Carmélites a Bologna

Potrebbe interessarti anche

Menu