Teresa Iervolino, reduce dal successo della Lucrezia Borgia al Festival di Salisburgo, è protagonista della nostra rubrica Special Guest e ci parla di un ruolo a lei molto caro: Maffio Orsini.
«Questo debutto tanto atteso al Festspiele di Salisburgo si è rivelato un’esperienza tra le più gratificanti e formative della mia carriera fino ad ora. Il ritrovarsi a contatto con colleghi come Juan Diego Flórez, Krassimira Stoyanova e Ildar Abdrazakov, ed essere diretti da un grande musicista come Marco Armiliato, è stato per me come ritrovarsi in una enorme biblioteca assetata di conoscenza. L’osservare e l’ascoltarli dal vivo, lo scambiare opinioni e il ricevere consigli da colleghi di grande esperienza è una delle cose che amo di più di questo mio vivere di musica.
L’uscire da una produzione avendo imparato e scoperto altro, così da poter donare ancora meglio quello che è il potere divino del canto, è per me uno dei doni più belli che io possa ricevere da questo lavoro; per non parlare di quella energia che ti danno colleghi di questo calibro per poter offrire il meglio di se stessi, proprio come in questi ultimi giorni.
Ma in tutto ciò non posso non parlare del mio caro Maffio, che come sempre mi dona quel brio e quell’essere frizzante in un cammino che già dall’inizio si fa strada verso il dramma della morte. Donizetti dà l’opportunità a Maffio di viversi il suo essere esuberante, frizzante e spesso istintivo, fino alla fine, ed è ciò che ho sempre amato nel vestire i panni di questo fedele amico, non trattandosi in questo caso di un debutto di ruolo.
Ho avuto tempo di maturare questo suo carattere che ha permesso anche a Teresa di nutrirsi di vitalità e briosità, elementi che spesso dimentichiamo totalmente e che invece ci fanno godere la vita e catturare l’essenza di essa. Un carpe diem continuo quello della personalità di Orsini che avrò modo di continuare ad arricchire nella prossima Lucrezia Borgia a Munich nel 2018 accanto all’amico Gennaro-Florez e alla grande regina Gruberova».
Teresa Iervolino