Giunta alla sua quinta edizione, dal 4 maggio al 27 novembre la Francia in Scena presenta al pubblico dell’intera Penisola tutta la diversità e la vitalità della scena artistica francese in dialogo con le maggiori istituzioni culturali e i festival più importanti del Paese ma anche con i luoghi più belli del nostro patrimonio artistico come la Necropoli della Banditaccia a Cerveteri o la Rocca Albornoziana di Spoleto.
Parole d’ordine di questa nuova stagione: giovani, futuro, Europa. La Francia in Scena scommette su una nuova generazione di giovani artisti (al fianco di nomi già affermati nel panorama internazionale) che parlano dell’Europa e del mondo in cui vivono. Proiettano nella loro opera aspetti molto personali del loro percorso, soprattutto la ricchezza della propria identità di genere, di quella culturale o di quella legata al tema delle migrazioni. Questi artisti reinterpretano il patrimonio culturale senza tabu in uno straordinario miscuglio di linguaggi, forme e saperi.
A partire da Leonard Martin che lo scorso 4 maggio a Firenze, in cooperazione con la Fondazione Teatro della Toscana e nel segno delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, ha anticipato con grande successo l’apertura della Francia in Scena 2019 con la Parata dei Giganti: una processione di marionette di 6 metri di altezza nel cuore della culla dell’Umanesimo, ispirata ad alcune opere rinascimentali rilette in chiave multidisciplinare e profondamente contemporanea.
Fra gli eventi imperdibili della Francia in Scena 2019, doppio appuntamento a Roma il 7 e l’8 giugno al Chiostro del Bramante con il giovane collettivo (LA)HORDE, fresco di nomina alla direzione artistica del Ballet National de Marseille, che presenta Il domani è cancellato: due serate fra danza, cinema, dj set e performance con danzatori di jumpstyle provenienti da tutta Europa che trascineranno il pubblico in una sorta di viaggio iniziatico, nel segno della ricerca multimediale sulla rivoluzione dei corpi, cuore dell’attività di (LA)HORDE.
Il dialogo artistico fra la Francia e l’Italia è al centro anche della XXII edizione di “Una striscia di terra feconda”, festival di jazz e musiche improvvisate che riunisce non solo i maestri riconosciuti ma soprattutto i giovani talenti del jazz francese e della rispettiva scena italiana, attraverso produzioni originali e progetti commissionati appositamente per il festival. Ad aprire il festival jazz sarà il Théo Ceccaldi Trio il 26 luglio al Museo Archeologico Nazionale di Palestrina con un live in prima nazionale dal titolo Django. Protagonisti del festival jazz – articolato in 9 serate fra luglio e settembre principalmente a Roma alla Casa del Jazz e all’Auditorium Parco della Musica – anche maestri come Enrico Pieranunzi con Jacky Terrason, Michele Rabbia, Javier Girotto insieme a Eric Séva.
Sarà la danza contemporanea invece a relazionarsi con il patrimonio il 4 ottobre a Spoleto: al Museo Nazionale del Ducato, all’interno della Rocca Albornoziana, la coreografa franco-algerina Nacera Belaza presenta Le Cri, nell’ambito della rassegna “Rendez Vous – Patrimoni e contemporaneità”.
6 sono gli appuntamenti con Jukebox, creazione del regista Joris Lacoste, frammento a solo del collettivo L’Encyclopédie de la Parole: 50 parole raccolte, registrate e documentate in 3 città differenti che rimandano all’identità di spazi geografici precisi saranno scelte dal pubblico ogni sera e trasmesse a un’attrice che le reciterà come un jukebox in carne e ossa per tentare di rispondere ad alcune domande: cosa desideriamo ascoltare della nostra lingua?
Al sud, Napoli e alcuni dei suoi luoghi più prestigiosi, come Castel dell’Ovo e il Cortile del Maschio Angioino si preparano ad ospitare Renaud-Auguste Dormeuil con il progetto Tutte le strade portano a Napoli. Considerato in Francia come uno degli artisti più interessanti della nuova generazione, Dormeuil presenta nel capoluogo partenopeo una serie di eventi e performance a partire dal 19 settembre, giorno in cui si celebra San Gennaro, quando proporrà al pubblico di Piazza del Plebiscito la sua opera I Will Keep a Light Burning, installazione composta da 1000 candele accese che riproduce il cielo stellato così come sarà visibile fra 100 anni. Dormeuil inoltre esporrà una serie di opere inedite in occasione della mostra allestita per celebrare il centenario di Palazzo Grenoble, sede dell’Institut français Napoli.
Ma la presenza artistica francese a Napoli è ancora più intensa fra l’8 giugno e il 14 luglio grazie alla collaborazione con il Napoli Teatro Festival: fra danza, circo, musica e teatro, sono 11 gli artisti francesi o rifugiati in Francia che raccontano le contraddizioni del tempo presente e i drammi delle migrazioni e dell’esilio, da Robert Lepage con gli attori del Théâtre du Soleil a Byssane Al Charif con Chrystèle Khodr; da Julie Kretzschmar a Mohamad Al Rashi e Wael Kadour; da Nidal Abdo a Wael Ali. E poi ancora: Compagnia Carabosse, Mohamed El Khatib, Alexandre Roccoli e Phia Menard (quest’ultima presente anche al Contemporanea Festival di Prato).
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