Shakespeare sbarca a Broadway e incontra il re del musical Cole Porter, pronto a prenderlo sottobraccio e introdurlo alle delizie musical americano – una storia impossibile fra Vecchio e Nuovo Mondo? Il successo immediato e travolgente di Kiss Me, Kate prova che questo implausibile matrimonio di genio è stato una delle cose migliori a essere mai accadute nella storia del musical: fin dalla prima al New Century Theatre nel 1948, la critica l’ha osannato e premiato con il primissimo Tony Award della storia, il pubblico ne ha cantato i numeri più celebri e teatri in tutto il mondo ne hanno fatto una hit irresistibile. D’altra parte Kiss Me, Kate non manca di nulla: ha la sottigliezza e prontezza di Shakespeare, una partitura che sa essere ora nostalgica e ora satirica – a turno brillante, sensuale, frizzante (non a caso è uno dei momenti migliori di tutta la scrittura di Porter) – e una storia irresistibile.
In breve: Fred Graham e Lilli Vanessi – lui attore, regista e produttore, lei diva di Hollywood – sono innamorati. Erano. L’occasione è la ricorrenza del primo anno trascorso dal loro divorzio, ma anche la messa in scena de La bisbetica domata di William Shakespeare, nella quale Fred e Lilli interpretano i protagonisti. Inevitabilmente vita dietro le quinte e vita sul palcoscenico si intrecciano e confondono, così il corteggiamento sul palco fra gli shakespeariani Kate e Petruchio si riflette nella tempestosa relazione fra gli attori principali. Gelosie, equivoci, gioco d’azzardo e persino due gangster che si ergono a paladini di Shakespeare, indispensabile a ogni corteggiamento che si rispetti; tutto in pastiche operatici, tenere ballate, numeri da club jazz cuciti insieme in un dramma sofisticato e multistrato, da vedere e rivedere.
“Kiss Me, Kate è una delizia di spettacolo,” commenta Richard Mantle, direttore di Opera North, “che vanta quella che è probabilmente la più ricca e meglio riuscita partitura per teatro di Cole Porter. È divertimento serio e la produzione di Opera North lo affronta con il rispetto che merita, adottando l’edizione critica della partitura curata da David Charles Abell e riconoscendo la vasta gamma di capacità musicali e drammatiche che richiede. Siamo entusiasti di riportare questa sbalorditiva produzione in scena quest’anno.”
Dopo il debutto inglese al Leeds Grand Theatre a maggio e prima di due settimane al London Coliseum e poi ancora al Festival di Edimburgo, Kiss Me, Kate sarà a Ravenna Festival in prima nazionale. In quella che è una delle migliori produzioni mai curate da Opera North, che ha un curriculum di eccellenza nel portare in scena musical e a Ravenna ha già presentato One Touch of Venus di Kurt Weil nel 2005, firma la regia Jo Davies, veterana della compagnia che riesce a guidare il cast – una combinazione di cantanti dalla formazione classica e professionisti del musical – in perfetto equilibrio fra le due trame parallele. Mentre il design di Colin Richmond oscilla con disinvoltura fra backstage fine anni Quaranta e scena XVI secolo, spicca lo spumeggiante contributo del coreografo Will Tuckett. Completano il quadro James Holmes sul podio dell’Orchestra di Opera North, arricchita da una serie completa di fiati e ottoni, e un vivacissimo, esuberante cast con Stephanie Corley e Quirijn de Lang nei ruoli protagonisti.
Kiss Me, Kate è uno degli appuntamenti più attesi della XXIX edizione di Ravenna Festival, che con il titolo We Have a Dream ricorda Martin Luther King a cinquant’anni dalla morte. Un’occasione per esplorare lo sconfinato paesaggio musicale americano, compreso uno dei generi più emblematici che scorre “nelle vene dell’America”: il musical, appunto, con quel suo naturale istinto per conciliare realtà apparentemente distanti, raccogliere influenze le più disparate, essere raffinato e popolare. Proprio come Opera North, in questa produzione di Kiss Me, Kate sposa arte e divertimento, rendendo onore a questo capolavoro della commedia musicale.
Immagine di copertina © Tristram Kenton