Kirill Petrenko e Igor Levit: il Concerto di Natale dell’Accademia di Santa Cecilia è stellare 

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Prosegue la parata di titani all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per il Concerto di Natale del  23 dicembre prossimo, realizzato grazie al supporto di Enel, socio fondatore dell’Accademia, e trasmesso  in diretta su Radio 3 e in streaming su Raiplay alle 20.30.
Protagonista all’Auditorium Parco della Musica sarà questa volta Kirill Petrenko, attuale direttore stabile dei Berliner, insignito del Premio Abbiati lo scorso maggio come miglior direttore 2020, in Italia solo per un altro paio di occasioni con l’Orchestra di Santa Cecilia (nelle stagioni 2010 e 2013) e altrettante con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con la quale aveva debuttato nel 2001 sostituendo Giuseppe Sinopoli. 

Con lui sul palco un altro artista di origini russe, ma berlinese d’adozione: si tratta di Igor Levit (Ph. ©feliXbroede)apprezzatissimo interprete beethoveniano (ha ultimato lintegrale delle Sonate per Sony lo scorso anno), ma con un vasto repertorio da Bach a Feldman e noto al grande pubblico anche per il suo impegno civile. 

Iterreno di confronto tra i due artisti sarà offerto da un giovanissimo Prokof’ev, che nel 1911, allievo quasi ventenne di Conservatorio, compone il Primo dei suoi cinque Concerti per pianoforte e orchestrain re bemolle maggiore, op. 10. «A me sembra che vi siano due generi di concerti: nel primo l’autore riesce ad accomunare lo strumento solista con l’orchestra […]; nell’altro la parte del solista è magnifica, ma l’orchestra la avvertiamo come un di più» scriveva Prokof’ev, affrettandosi a inquadrare il suo Primo Concerto, «primo lavoro maturo pe concepimento e risultato», entro la prima tipologia. In effetti, già dall’incipit, al grandioso tema dell’introduzione orchestrale alla Čajkovskij si contrappone l’entrata frenetica e martellata del pianoforte, che insieme agli interventi burlesco-grotteschi che fanno capolino qua e là nella partitura, e ai ritmi aggressivi e diabolici, sono la cifra stilistica di molta produzione pianistica coeva del compositore. Sotto un profilo formale, l’intero concerto, in tre movimenti, si svolge in realtà come un Allegro di sonata; contribuiscono inoltre alla continuità discorsiva sorprendenti “effetti speciali” dell’orchestrazione, con un organico che non risparmia sui fiati. Quindici minuti di totale anti-convenzionalità che valsero a Prokof’ev il Premio Anton Rubinstein.

Completano il programma di mercoledì, trasmesso anche il 29 dicembre alle 10 su Rai 2l’Ouverture di Oberon, ultima opera diCarl Maria von Weber, su soggetto fantastico, e la Sinfonia n.9 “La grande di Schubert. 

 

Info: santacecilia.it   

 

Silvia Del Zoppo

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