Ha vinto un Oscar, è stato inserito tra le “50 persone più belle del mondo” dalla rivista People, si è esibito praticamente su qualsiasi palcoscenico e persino di fronte all’ex First Lady Michelle Obama, e soprattutto non riesce a staccarsi dal suo violino di oltre 300 anni: Joshua Bell è una superstar della musica classica, e sicuramente un violinista atipico. Non per i brani che sceglie di suonare, ma per il carattere e per alcuni episodi della carriera che lo hanno reso celebre aldilà delle sue indiscutibili abilità musicali.
Come quella volta, ad esempio, in cui si finge un suonatore ambulante nella metropolitana di Washington D.C. È il 12 gennaio del 2007 e per un esperimento giornalistico che poi vincerà il premio Pulitzer, Bell si presenta all’ora di punta del mattino nell’atrio della stazione, e inizia la sua performance. Su più di mille persone di passaggio soltanto 7 si fermano ad ascoltarlo, e addirittura solo una signora lo riconosce.
Il tutto viene registrato da una telecamera nascosta e naturalmente il video diventa virale, come testimonianza della vita frenetica della metropoli. E il premio Oscar, appunto: il film “Il violino rosso”, sconosciuto ai più, può vantare la presenza nel tabellino dell’Academy proprio grazie alla colonna sonora di Joshua Bell, che d’altronde anche recentemente ha respirato l’aria di Hollywood siglando le musiche di “Angeli e Demoni” insieme a Hans Zimmer. E sono proprio gli attori americani ad apparire con lui nella lista stilata da People dei 50 più belli del mondo: sex symbol del calibro di George Clooney, Julia Roberts e Penelope Cruz accanto al violinista, che in effetti ha un successo da star e un seguito di fan soprattutto tra il pubblico femminile.
Ma gli occhi azzurri e l’eclettismo non devono ingannare: Bell è un musicista di prima categoria. A soli 14 anni si esibisce con la Philadelphia Orchestra diretta dal maestro Riccardo Muti, e a 17 fa il suo debutto alla Carnegie Hall di New York, per poi suonare in tutti i templi della musica classica del mondo.
Con la fama e i numerosi riconoscimenti può anche permettersi di acquistare uno Stradivari del 1713, uno strumento che è un’opera d’arte e che ha una storia tutta sua. Fu rubato nel 1936 al polacco Bronislaw Huberman durante un concerto proprio alla Carnegie Hall, e solo cinquant’anni dopo il ladro, pentito del reato e in punto di morte, lo fece ritrovare. Da lì passò nelle mani di Norbert Brainin e infine approdò tra quelle di Bell. Che ora se lo tiene stretto, affascinato tanto dalla vicenda curiosa, quanto dalle note perfette che solo un violino del genere può produrre.
«Questo Stradivari non è l’unico legame che ho con l’Italia: ho debuttato con Riccardo Muti, i miei tre figli sono mezzi italiani e vivono con la madre italiana a New York, e poi adoro la Ferrari e la Maserati. Mi sento un po’ italiano». E stasera, finalmente, si esibirà a Milano, ospite della Società del Quartetto al Conservatorio “G. Verdi”, insieme al pianista Sam Haywood. Un’occasione unica per ascoltare un violinista che è una superstar.
(testo raccolto da Valerio Talevi)
Info: quartettomilano.it