In una condizione eccezionale si è tenuta la 14a edizione del Concours International de Piano d’Orléans, celebre concorso francese dedicato al pianoforte dal 1900 a oggi. La giuria, composta dai pianisti e compositori Reinhold Friedl, Nicholas Hodges, Vanessa Wagner, Noriko Baba, MeiYi Foo, Mikhail Dubov e Bruce Brubaker, ha ascoltato i 28 candidati selezionati per i quarti di finale online, così da permettere a tutti di partecipare al primo round.
Con le selezioni online, tuttavia, un gran problema si pone per la differenza di equipaggiamento e possibilità di avere una sala adatta. Di conseguenza il Concours ha sostenuto economicamente tutti i candidati perché potessero registrare i loro video con attrezzatura professionale e in una sala con un buon pianoforte. Ma le misure extra-ordinarie non sono terminate qui: i sette semifinalisti, provenienti da Stati Uniti, Giappone, Corea, Russia, Cina, si sono potuti esibire regolarmente il 28 ottobre ad Orléans in presenza della giuria (tranne due membri che hanno seguito online lo streaming, implementato per la prima volta dal Concours). La finale, con l’Ensemble Intercontemporain e con i fiati solisti dell’Orchestra Sinfonica di Orléans, doveva tenersi sabato 31. A cambiare i piani è intervenuto il decreto del Presidente Macron, che lo stesso mercoledì 28 ottobre delle semifinali ha annunciato il parziale lockdown di tutto il Paese a partire dalla mezzanotte del giorno successivo. Giovedì 29 mattina la direttrice artistica, Isabella Vasilotta decide di anticipare la finale a quella sera stessa. Salta il Sestetto di Poulenc con fiati della Sinfonica cittadina, per questioni organizzative, ma l’Ensemble Intercontemporain era già in arrivo per le prove del Chamber Concerto di Agata Zubel, secondo brano d’obbligo nelle finali insieme ad un brano per pianoforte solo a scelta del pianista. Trovata la disponibilità di candidati, giuria, staff e ensemble, la finale si è tenuta alle 20 in punto, in una sfida contro il tempo-limite del lockdown, per poter annunciare i risultati in diretta streaming entro la mezzanotte.
Un’edizione avventurosa e rocambolesca ma che, in un anno di manifestazioni annullate o posticipate a data da destinarsi, ha scelto di mantenere il proprio ruolo di baluardo per il pianoforte contemporaneo, di non disperdere l’enorme impegno profuso da tutti i candidati nella costruzione e nella preparazione dei lunghi e complessi programmi e di correre il rischio di far saltare tutto all’ultimo. E la scelta ha premiato.
Dal Concours International de Piano di Orléans è emerso un Primo Premio di grande personalità, il venticinquenne russo-tedesco Mikhaïl Bouzine, cui va anche il Premio Samson François e il Premio Polska Music per il Concerto di Zubel, affrontato con grande tensione ritmica. È un primo premio che sa quasi di ex-aequo, tuttavia: subito dietro a Bouzine il ventiduenne Dmitry Batalov, anch’egli russo. Tanto espansivo e dominatore della scena è Bouzine, tanto profondo e contemplativo è Batalov, cui oltre al Secondo Premio vanno anche il Premio Claude Helffer, il Premio Ricardo Viñes per il miglior brano francese composto tra il 1900 e il 1940, il Premio per la migliore esecuzione di un brano di Denisov e il Premio Dutilleux-Joy, che apre ad una residenza presso la casa del grande compositore francese Henri Dutilleux e della moglie, la pianista Geneviève Joy, con concerti e masterclass. Entrambi i pianisti posseggono delle altissime doti musicali e tecniche e grande interesse si rivolge al percorso che entrambi costruiranno nelle loro carriere.
Alla coreana Chae-Um Kim (già allieva di Pace e Petrushansky presso l’Accademia di Imola) è andato invece il Terzo Premio e il Premio della Giuria di Studenti del Conservatorio di Orléans. A Chiko Miyagawa sono spettati il Premio SACEM per la migliore esecuzione di Black Letters, brano d’obbligo commissionato dal Concours insieme al Louvre a Pascal Dusapin, e il Premio per la migliore esecuzione di un brano di Jolivet. A Robert Fleitz è andato il Premio per la migliore esecuzione del brano di Boucourechliev, ad Haruka Ebina il Premio per la migliore esecuzione del brano di Isang Yun, a Yaoyue Huang il Premio per il brano di Ginastera e al compositore Tetsuya Yamamoto il Premio di Composizione, vinto con il brano presentato in prima assoluta da Chiko Miyagawa nei quarti di finale.
Il Concours di Orléans rimane dunque una porta aperta sul futuro, che in questi mesi appare quanto mai incerto e nebuloso, per tutti e sette i suoi giovani ma già esperti finalisti, che siamo sicuri rivedremo presto sulle scene internazionali della musica contemporanea.
Alessandro Tommasi
In copertina: il Primo Premio Mikhaïl Bouzine; nel testo: i membri della giuria con la Direttrice artistica Isabella Vasilotta e i semifinalisti (photo © Gérard Laurenceau)