Gli humores di Orlando di Lasso secondo Odhecaton

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Dieci corpi, una voce: Odhecaton riconferma il proprio successo all’Oratorio di San Filippo Neri di Bologna nell’ambito della rassegna “Il nuovo e l’antico” del Bologna Festival.

Per l’occasione è stato proposto al pubblico bolognese un percorso tematico che attraversa l’ampia produzione di Orlando di Lasso, focalizzandone tre loci fondamentali: l’inclinazione “melancolica”, “l’humor sanguigno” e la lode divina. Odheaton ha approfondito l’opera del vallone in uno dei diversi preziosi percorsi monografici firmati negli ultimi anni, Roland de Lassus, Biographie musicale Volume IV: La viellesse (Musique en Wallonie, 2014), che si inserisce in una lunga serie di intriganti e pluripremiati progetti di ampio respiro e attento approfondimento, imperniati su compositori quali Giovanni Pierluigi da Palestrina, Claudio Monteverdi, Alessandro Scarlatti.

Paolo da Col, direttore ed animatore dell’ensemble vocale, poliedrico musicologo specializzato in questo repertorio, che ha ideato e condotto l’intero percorso monografico, ha definito “Contritio cordis” la prima parte del concerto, costituita da una serie di mottetti in volgare ed in latino e da due madrigali di carattere meditativo: il primo, La nuict froide et sombre a 4 voci, sui versi francesi di Joachim du Bellay; il secondo, Canzon, la doglia e ‘l pianto a 4 voci, su testo italiano. Di grande pathos l’accostamento di campi semantici affini e complementari sgorgati dall’accostamento di pezzi sacri e profani: il sopore tenebroso e la sofferenza della lacerazione amorosa incontrano il monito del peccato di Memento peccati tui a 5 voci (dal De remedis utriursquae fortunae) e l’angoscia del mottetto In monte Uliveti a 6 voci. Una scrittura, ora tersa e rarefatta, ora intrisa di pungenti dissonanze, che ha permesso all’ensemble vocale di mostrare la rotondità di un suono maturato negli anni e l’amalgama di voci perfettamente intersecate.

Gustosissima ed apprezzata dal pubblico la seconda parte del concerto, dedicata ad alcune delle composizioni più ricche di humour di Lasso. Passione, giochi semantici, divertenti parodie e nonsense, villanesche, “moresche” ispirate al mondo ottomano o “todesche”, in cui si canzona il gergo lanzichenecco, hanno ispirato al compositore accattivanti espedienti ritmici, giochi di eco, effetti onomatopeici.

L’ensemble, che nel 2018 ha vinto il Premio Abbiati della critica musicale italiana, ha interpretato al meglio anche gli accenti popolari, adoperando registri vocali caratteristici ed istrionici e partecipando al gioco proposto dal compositore anche spostandosi nello spazio scenico, al fine di meglio rendere alcuni effetti, come l’eco di O là, o che bon eccho! a 8 voci e le irresistibili onomatopee di Chichilichi a sei voci, o lo strepitoso nonsense poliglotta di Allalà pia calia a 4 voci. Non mancano le composizioni su testo più spiccatamente licenzioso, parte di una vita cortigiana vivace, ma pur sempre intrisa di una sprezzante nobiltà: Odhecaton ha reso con pregnanza anche tale cifra, eseguendo con acutezza ma con raffinato distacco sornione anche Saccio ‘na cosa a 4 voci, sul testo di un indovinello in dialetto napoletano dal colorito doppio senso.

Questa parte della serata ha lasciato spazio anche alla lettura di testi coevi sull’autore o tratti da lettere di Orlando di Lasso, che ne hanno messo in luce lo spirito bonario e l’intenso rapporto con il mondo della commedia dell’arte. Le letture sono state affidate alla voce di Alberto Allegrezza, che le ha interpretate con l’efficacia derivata dalla sua approfondita consapevolezza del gesto e della retorica nel mondo rinascimentale e barocco e che hanno permesso una ricca fruizione delle testimonianze dell’epoca.

La lettura di testi e la gustosa interpretazione dello sketch drammatico Zanni! Piasi, patrò? a 8 voci hanno messo in vivo risalto questo legame e permesso di calarsi nel mondo di Lasso. Il pubblico, numeroso ed entusiasta, ha gradito moltissimo questa virtuosa e non comune fusione di studio e performance, di approfondimento e godimento sonoro, di ricerca ed esecuzione: un sempre auspicato incontro tra musicologia ed esecuzione musicale, che ha trovato nel concerto proposto un’eccellente coniugazione di erudizione, raffinatezza e divulgazione.

Ha concluso il concerto una terza parte, dedicata al repertorio sacro del compositore, sotto il titolo emblematico “Laudatio Dei, Laudatio musicae”. Un epilogo magistrale che ha dimostrato l’istrionismo e la perfetta mutevolezza del genio di Lasso e la capacità di spaziare dell’ensemble vocale che quest’anno festeggia i vent’anni di attività. Sono stati proposti mottetti densi e suggestivi, come il luminoso Dixit Joseph a 6 voci o l’Agnus Dei a 7 voci dalla Missa super Dixit Joseph, culminanti in Musica Dei donum optimi a 6 voci, cifra dell’intera produzione sacra del compositore. Sublime è qui l’incontro fra il testo latino, imperniato sulla rievocazione virgiliana dell’edenica età dell’oro e la musica del compositore, che manifesta una patina limpida ed ariosa, ma al contempo rivela intricati artifici retorici e contrappuntistici.

L’Oratorio di San Filippo Neri, punto d’incontro fra passato e presente, ha offerto infine l’occasione per un suggestivo bis pärtiano, che ha chiuso la serata in maniera magistrale. L’Oratorio ospiterà ancora diversi appuntamenti della rassegna “Il nuovo e l’antico”: il concerto dell’ensemble Odhecaton del 18 settembre rappresenta solo uno dei primi di una stagione ricca di imperdibili eventi.

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