Con la serata del 23 aprile 2018, dedicata al compositore torinese e ospitata dal teatro Elfo Puccini di Milano, è proseguita la serie di concerti monografici dedicati anche quest’anno da Sentieri Selvaggi, nell’ambito della stagione Cross Roads, ad alcuni importanti protagonisti della scena musicale contemporanea.
L’impronta “dadaistica” che traspare dal titolo stesso attribuito alla programma, e che rinvia inevitabilmente a Ghost Tantras (1964) del poeta Michael McClure, è stata evidenziata dalla vis narrativa e polemica di Carlo Boccadoro: nel consueto doppio ruolo di anfitrione e direttore dell’ensemble, quest’ultimo ha presentato il percorso compositivo dell’amico compositore, a partire dall’allontanamento dalle neo-avanguardie negli anni Settanta, con composizioni come Romanza senza parole ed Ellipse, ispirato alle concezioni ellittiche di Enore Zaffiri, storico fondatore dello Studio di Musica Elettronica di Torino (SMET) di cui Lorenzo Ferrero fu allievo e collaboratore. è emerso infatti il ricorso a un figuralismo musicale “nascosto”, sia nel primo pezzo per dieci strumentisti, sia nel secondo brano per flauto basso, in cui la dilatazione di veri e propri temi musicali e l’uso dello strumento solista nelle sue sonorità più delicate, creano una sorta di fascia sonora, tenue ed avvolgente.
L’influenza dell’universo pop/rock, che dal periodo postmodernista si innesta in un linguaggio armonico teso alla valorizzazione degli armonici, “cifra stilistica” ferreriana, è affiorata nell’esecuzione di brani come Rock My Tango (1990), divertente e ironico pezzo per pianoforte solista, che fa ricorso alle tecniche del pianismo rock ‘n‘ roll o nel precedente, melanconico, quasi struggente My Blues per piano e flauto, del 1982, fino alle più recenti Three Simple Songs (2009) per flauto, clarinetto, violino, violoncello, e pianoforte, la cui apparente semplicità si sviluppa attraverso la ripresa della forma della canzone con ritornello.
A conclusione della serata, l’ensemble ha riproposto il frenetico Glamorama Spies, commissionato proprio da Sentieri Selvaggi nel 1999 e ispirato all’angosciato e paranoico protagonista del romanzo satirico Glamorama di Bret Easton Ellis (1998). In esso, il clima ansiogeno creato dalle figure ostinate, sembra scontrarsi con il “sentimentalismo” del tema al violoncello, interrotto dalla drammaticità degli interventi al pianoforte, fino allo stemperarsi della tensione al momento della conclusione.
Fra i talentuosi strumentisti dell’ensemble (Mirco Ghirardini e Martina Di Falco ai clarinetti, Valentino Spaggiari al trombone, Lorenzo D’Erasmo al vibrafono e percussioni, Francesca Bonaita e Simone Draetta al violino, Elena Favilla alla viola, Aya Shimura al violoncello e Alberto Lo Gatto al contrabbasso), la flautista Paola Fre e il pianista Andrea Rebaudengo al pianoforte hanno spiccato per sensibilità e virtuosismo interpretativo nei brani solistici.
Immagine di copertina: Carlo Boccadoro