«Figaro sono io»: Special Guest Massimo Cavalletti

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Il 2 agosto, alle 21.15, debutta al Castello Carrarese di Padova “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, nuovo allestimento in coproduzione con il Comune di Bassano del Grappa – Opera Festival, realizzato in occasione della commemorazione per i 150 anni dalla scomparsa del Maestro di Pesaro, organizzato dal Comune di Padova, in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto e la Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto. Il nuovo allestimento è affidato al giovane regista Yamal Das Irmich, sul podio dell’Orchestra di Padova e del Veneto e del Coro Lirico Veneto, Nicola Simoni. Il baritono lucchese Massimo Cavalletti che vestirà i panni di Figaro, ci racconta questa sua esperienza padovana in uno dei ruoli da lui più amati e frequentati: più di sessanta volte in alcuni del teatri più importanti del mondo.

«Il ruolo di Figaro deve essere una specie di guida che sviluppa e disbriga tutta la vicenda. Un vero Twister, un tornado che appena entra in scena dall’inizio cambia le sorti di tutti quelli che sono sulla scena. Ma senza essere troppo presente specie quando si tratta di accompagnare il conte di Almaviva e Rosina verso il loro idillio amoroso. Figaro lancia le idee e cerca di svilupparle ma poi spesso rimane un po’ a guardare soddisfatto per come gli altri personaggi conducono a buon fine le sue brillanti idee.

Figaro è un barbiere, sì, ma anche un uomo di genio che usa tutto quello che la sua classe e la sua astuzia gli mettono a disposizione, un uomo nuovo che non deve essere interpretato con eccessi di manierismi ma piuttosto in modo frizzante e con una esecuzione esplosiva dei tanti recitativi, quindi con l’uso della parola e di doppi sensi e tantissimi colori e ammiccamenti. Questo è un ruolo che mi dà moltissima soddisfazione e in cui mi identifico, nel quale trovo un’esplosione di energia e di gioia, un ruolo che sia nel repertorio operistico che nella storia del teatro di prosa è stato e ancora è un vero e proprio terremoto!».

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