Figaro! Opera Camion: Rossini invade le piazze di Palermo

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È vero che la storia insegna, che spesso le soluzioni sono sotto gli occhi di tutti e bisogna solo rimetterle in pratica; e se è vero che buona parte della fama di Tespi si deve proprio al suo modo di fare teatro itinerante tra le città dell’Attica 550 anni prima di Cristo, è vero anche che questo modo di fare teatro “nomade” riacquistò efficacia nuovamente a partire dall’Ottocento.

La storia insegna quindi, e non sorprendiamoci se la bella iniziativa in coproduzione tra il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro dell’Opera di Roma, riafferrando quest’idea di teatro e riallacciandola non solo a una funzione d’intrattenimento ma anche di formazione, abbia riscosso così tanti consensi. Opera Camion è un Carro di Tespi 2.0; un riuscitissimo esperimento che porta il teatro d’opera tra le piazze, in modo semplice ma efficace; è un modo di ripensare le forme dello spettacolo con gusto accattivante e con un notevole potere divulgativo. Un camion che arriva in piazza, si apre e diventa palcoscenico per un gruppo di giovani artisti, ecco cos’è Opera Camion.

Giunta al suo secondo anno, l’iniziativa è partita a luglio 2016 a Roma con la realizzazione di Figaro, una rivisitazione de Il barbiere di Siviglia, capolavoro rossiniano, pensata dal giovane regista Fabio Cherstich con la collaborazione di Tommaso Chieco e Marco Giustini che hanno curato la selezione dei brani e l’adattamento musicale. Lo spettacolo è arricchito dalle scene e costumi di Gianluigi Toccafondo che ha anche firmato i video conferendo alla performance un’accattivante carattere multimediale.

Il Teatro dell’Opera di Roma e il Teatro Massimo di Palermo hanno tentato e fatto centro. Lo scorso 17 settembre, a Palermo, il Teatro Massimo ha concluso il suo tour in uno dei quartieri a più alto rischio di esclusione sociale come la Bandita, dopo avere, nelle tre sere precedenti, riempito le strade del quartiere Zen, della Piazza San Lorenzo e del vicino paese di Ventimiglia di Sicilia. «Un progetto che si inquadra nella politica di apertura alla città e di coinvolgimento di pubblici diversi» afferma il sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone che sottolinea l’imprescindibilità della funzione sociale di un Teatro.

Ma non è soltanto uno spettacolo di piazza, non è un’operazione che, nell’abbassare l’opera alla strada, la rende mediocre o la ridicolizza; l’opera raggiunge i luoghi fisicamente ma impone la sua verità, la sua personalità più nobile costringendo, al contrario, la piazza ad elevarsi al suo livello. Prende sotto braccio quel pubblico meno avvezzo all’opera e lo aiuta a capirla e ad amarla. Un’operazione ambiziosa quanto ben riuscita. Il pubblico apprezza, s’immedesima, si affascina; scopre questo nuovo mondo e diventa esso stesso nuovo pubblico, per il futuro, si spera. La voglia è proprio quella di educare la massa e non di svilire l’arte della lirica, come qualche conservatore ha borbottato storcendo il naso a questa iniziativa.

Il Teatro Massimo, in questa produzione, non ha risparmiato energie, al pari di qualsiasi altra produzione in Sala Grande. Il cast in scena a Palermo, tutto di giovani cantanti e in maggioranza siciliani, ha mostrato lo straordinario potenziale di artisti intraprendenti e talentuosi che si possono vantare sul territorio. Voci brillanti e artisti completi come Francesco Vultaggio (nel ruolo di Figaro), Maria Francesca Mazzara (Rosina), Giuseppe Esposito (Bartolo), Francesco Tuppo (Conte), Chanyoung Lee (Basilio) e gli attori Valeria Almerighi, Fabrizio Lombardo, Daniele Savarino e Giovanni Prosperi, hanno entusiasmato e fatto ben sperare per il futuro. A dirigere l’orchestra del Teatro Massimo il talentuoso e brillante giovane direttore Alberto Maniaci, che nel 2016 è stato l’unico direttore italiano ammesso alla Riccardo Muti Italian Opera Academy. Nuovo pubblico e nuovi artisti dunque.

Intanto a Roma, dal 24 giugno al 4 luglio scorso, Opera Camion è tornata tra i quartieri di periferia con una nuova produzione, quella del Don Giovanni di Mozart; «Il viaggio dell’opera in piazza continua con la storia di un altro mito della musica e della letteratura» afferma Fabio Cherstich, che firma anche questa seconda produzione di Opera Camion. Ma da qui in poi i progetti andranno distinti e separati e a Palermo il Teatro Massimo, per il prossimo anno, sta pensando a una nuova produzione di Opera Camion scegliendo tra altri celebri titoli di repertorio.

Immagine di copertina © Yasuko Kageyama

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