Federico Longhi debutta stasera il ruolo di Tonio nell’opera Pagliacci di Leoncavallo al Teatro Massimo di Palermo. Di seguito un pensiero sul ruolo e sulla produzione firmata da Daniel Oren e Lorenzo Mariani.
È arrivata l’ora del debutto: Tonio, un personaggio intricato, cupo, chiuso in sé stesso, che racchiude in cuore l’amore per Nedda, un amore morboso non vissuto, urlato in un grido di rabbia e dolore. Tonio apre l’opera col Prologo, questa pagina è speciale, un momento vocale e musicale diretto al pubblico in sala, uno scambio di energie attraverso la musica che è stupenda e arricchisce un testo unico, molto diretto ed esplicativo, sul mestiere dell’artista, e in questo caso specifico un artista circense, un mondo dove c’è finzione, amore, gelosia e dramma.
In quest’opera è molto importante l’azione scenica: stiamo raccontando una storia, un testo, delle parole, sì in musica, cantate ma legate da azioni sceniche e registiche. Siamo attori sulla scena ed è molto importante essere incisivi, veri, costruendo il personaggio in noi, capirlo, viverlo e poi farlo arrivare allo spettatore, soprattutto in questa produzione che definisco sobria e molto elegante, in cui su questo sfondo bianco i colori appaiono e si muovono sino a creare una magia, azioni sceniche che sembrano volare come volano i sentimenti dei protagonisti.
Il Regista Lorenzo Mariani ha saputo creare un spettacolo bellissimo e per nulla scontato. La direzione orchestrale è affidata al mitico Daniel Oren: una forza della natura, uno tsunami di musica appassionato e vibrante, grande musicista. È un onore e un piacere essere diretto da lui dopo le belle recite di Aida all’Arena di Verona.
È come un viaggio infinito nella musica impreziosito ancor di più dalla cornice del Teatro Massimo di Palermo, un capolavoro di arte e bellezza, con una squadra di addetti ai lavori super. Questo è un teatro emozionante, caldo, appassionato. È un grande piacere essere nuovamente qui e voglio esprimere un infinito grazie a tutti e invitarvi per “Un grande spettacolo a ventitre ore!”.
Federico Longhi
Info: teatromassimo.it